BCE, Lagarde come Draghi: è ancora ‘Whatever it takes’

Subito dopo la nomina di Christine Lagarde alla presidenza della Banca centrale europea, uno in particolare l’interrogativo che circolava tra gli addetti ai lavori:  cosa cambierà sotto la sua guida?

In realtà, all’epoca, in tanti avevano ipotizzato che il passaggio di consegne sarebbe stato più di forma che di sostanza con la francese pronta vestire i panni della “colomba” in linea cioè con l’era targata Mario Draghi, visto che già prima, nelle vesti di direttore generale dell’FMI,, aveva caldeggiato politiche monetarie accomodanti.

Per quei pochi che invece avessero avuti dubbi, a dettare la linea ci ha pensato la pandemia con la presidente della BCE che in più di una occasione ha ribadito che l’istituto centrale che guida non resterà inerme.
L’ultimo segnale è arrivato appena qualche giorno fa.

Dopo la ripresa post lockdown nell’area euro, ora alla BCE “temiamo” che le nuove misure di contenimento che i Governi dovranno prendere contro la seconda ondata Covid “avranno un impatto su questa ripresa”, fino a poter causare un secondo calo del PIL. Lo ha detto, senza troppi giri di parole, la Lagarde intervistata durante il “Ceo Summit” del Wall Street Journal, sottolineando che nell’Unione monetaria la ripresa resta “incompleta, incerta e diseguale”.

E poi ancora: osservando il quadro “con lenti economiche”, ha proseguito.  “se abbiamo avuto una ripresa a tarda primavera-inizio estate, ora temiamo che le nuove misure contenimento avranno un impatto su questa ripresa. Temiamo che possa esserci un secondo braccio della V”, in riferimento a quello che gli economisti chiamano “ripresa a V”, un calo seguito da un netto recupero. Lagarde, dunque, paventa il rischio di una ripresa a W.

La Lagarde ha quindi ribadito l’importanza che i governi e le banche centrali cooperino nel fornire supporto. “Ciò che è fondamentale in questo momento è che le politiche fiscali e monetarie lavorino mano nella mano e si assicurino di non avere un cliff effect (effetto precipizio) che avremmo se le misure venissero ritirate troppo rapidamente”. Concetto chiaro, rafforzato da un altro messaggio:  “Questo è ciò che mi preoccupa di più in questo momento”.

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