Barcellona, investigatori indagano sulla cellula di Ripoll

Una cellula terroristica di 12 giovani elementi, radicalizzata negli ultimi mesi a Ripoll, la località catalana al confine con la Francia,  avrebbe voluto fare strage utilizzando ordigni costruiti artigianalmente collocati in tre auto-bomba. Questo il quadro che si sta definendo nelle indagini della polizia catalana sulla strage di Barcellona di due giorni fa, secondo quanto riferisce il giornale La Vanguardia. Il doppio attacco Barcellona e Cambrils, insomma, sarebbe stato un ripiego. E la chiave di tutto è ad Alcanar, a 200 km a sud da Barcellona, dove nella notte di mercoledì una palazzina è saltata in aria. Due persone sono morte nella deflagrazione e un’altra è rimasta ferita. La polizia, arrivata sul luogo ha trovato un numero impressionante di bombole di gas. In seguito sono stati individuati anche resti di acetone, perossido di idrogeno, una gran quantità di filtri di caffé, ma nessun componente elettronico, spiega la Vanguardia. D’altronde non è chiaro a che punto della preparazione si fosse.

In un primo momento, si era pensato a un incidente. Ma ora la polizia ritiene che qualcosa sia andato storto per i terroristi e che in quella casa si stessero costruendo gli ordigni che dovevano essere utlizzati in un’immane strage. I due morti di Alcanar e il ferito (ora in stato di arresto) sono considerati ora componenti della cellula jihadista. Così venerdì i terroristi avrebbero optato per una via più rudimentale. Un furgone bianco scagliato contro la folla di turisti e passanti sulla Rambla di Barcellona: 13 morti – tra i quali tre italiani – e decine di feriti. Un’altra vettura, poche ore dopo, a Cambrils (un morto), dentro la quale sono stati trovati un’accetta, coltelli, finte cinture esplosive. In quest’ultimo episodio sono rimasti uccisi anche cinque componenti del commando, quattro dei quali uccisi da un unico poliziotto.

Tra i cinque presunti terroristi morti, tre che erano ricercati per la strage di Barcellona: il diciassettenne Moussa Oukabir (17 anni), il diciottenne Said Aallaa, il e Mohamed Hychami (24 anni). Il primo, Moussa Oukabir, era stato in un primo momento considerato l'”autista” del furgone bianco di Barcellona. Il fratello, Driss, poco dopo la strage si era recato alla polizia per denunciare la sottrazione dei suoi documenti, che erano serviti per noleggiare il furgone. Ora anche questi è arrestato con altre due persone, tutti sospettati di essere componenti della cellula di Ripoll. Oggi in ogni caso gli inquirenti propendono per un ruolo minore del diciassettenne e puntano piuttosto sul ventiduenne Younes Abouyaaqoub, al quale si sta dando la caccia. Potrebbe essere stato lui al volante del furgone assassino. Le indagini sono in corso anche in Francia, dove ieri era stato segnalato il passaggio della frontiera di una Kangoo bianca. E’ lui l’unico ancora libero della presunta cellula terroristica. La Vanguardia lo descrive come il più timido del gruppo.

Gli investigatori, spiega ancora il giornale iberico, stanno anche valutando quali siano stati i collegamenti internazionali della cellula di Ripoll. Lo Stato islamico (Isis) ha rivendicato la strage di Barcellona. Le strutture d’indagine starebbero approfondendo un viaggio in Marocco di uno dei quattro arrestati.

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