Una bambina di 11 anni, unica sopravvissuta di un naufragio di una barca di migranti avvenuto tre giorni fa a causa di una tempesta, è arrivata da sola a Lampedusa. Sulla barca in metallo, partita da Sfax in Tunisia, erano presenti 45 migranti. La bambina, originaria della Sierra Leone, sarebbe sopravvissuta a una tempesta con onde alte 3-4 metri e vento a 23 nodi. La naufraga si teneva a galla grazie a una camera d’aria e a un giubbotto di salvataggio. È arrivata a Lampedusa alle 6 del mattino di mercoledì 11 dicembre. A portarla in salvo è stato il veliero Trotamar III della Compass Collective. Secondo la Ong avrebbe galleggiato 3 giorni.
Una bambina di 11 anni è arrivata da sola a Lampedusa alle 6 del mattino di mercoledì 11 dicembre. La piccola, stando alla ricostruzione dei fatti è l’unica sopravvissuta di un naufragio avvenuto tre giorni fa, che ha visto protagonista una barca con 45 migranti partita da Sfax, in Tunisia.
La piccola è stata recuperata in mare dal veliero Trotamar III della ong Compass Collective, che si trovava in zona per un altro intervento.
Secondo lo skipper Matthias Wiedenlübbert del veliero Trotamar III, l’11enne avrebbe galleggiato in acqua per tre giorni, con due salvagenti improvvisati fatti con tubi di pneumatici riempiti d’aria e un giubbotto di salvataggio”.
Il capitano avrebbe riferito, citato da LaPresse, che la bimba avrebbe spiegato come la barca sia affondata a causa del vento e della pioggia, ma anche che per i primi due giorni con lei c’erano altri due ragazzi in acqua aggrappati alla zattera di pneumatici”.
Francesca Saccomandi, volontaria di Mediterranean Hope, ha fatto visita nella mattinata di mercoledì alla bambina salvata dal veliero Trotamar III.
Era avvolta in una coperta termica. Le ho lasciato un piccolo kit che doniamo ai bambini che giungono sull’isola: uno zainetto di tela con all’interno un album da colorare e dei colori. Mi ha ringraziato, poi ci siamo salutate e mi ha detto che avrebbe riposato”.
“Appena è arrivata all’hotspot si è addormentata e sta ancora dormendo. Verrà seguita dall’equipe di psicologi che è nella struttura e potrebbe venire trasferita, per aiutarla psicologicamente, con il primo volo Oim che verrà pianificato dalla prefettura di Agrigento, verosimilmente venerdì”, ha dichiarato il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino.
Quando si riprenderà, la piccola sarà ascoltata da psicologici e mediatori culturali anche per ricostruire con esattezza quando sarebbe avvenuto il naufragio e cosa sia effettivamente accaduto.
Un dramma umanitario che non può lasciare indifferenti: tra i 365 migranti giunti a Lampedusa nelle ultime ore, emerge la straziante vicenda di una bambina di 11 anni, unica sopravvissuta al naufragio di un’imbarcazione partita da Sfax, in Tunisia, con 45 persone a bordo. La piccola, proveniente dalla Sierra Leone, è stata salvata nel Canale di Sicilia grazie all’intervento della nave Trotamar III, della ONG CompassCollective in Motion.
Don Bosco 2000, con la sua rete di accoglienza, si rende immediatamente disponibile ad accogliere, e se necessario anche adottare, la bambina di 11 anni sopravvissuta al naufragio al largo di Lampedusa. Offriremo alla bambina un luogo sicuro, supporto e affetto per aiutarla a ricostruire la sua vita e il suo futuro.
“Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà a tutte le vittime di questa tragedia e alle loro famiglie. Ogni vita persa nel Mediterraneo è una ferita che riguarda tutti noi, un dramma che ci richiama alla necessità di un cambiamento urgente. Questa ennesima tragedia ci obbliga a riflettere sul fallimento delle attuali politiche migratorie. Non possiamo più permettere che il Mediterraneo continui a essere un cimitero. La gestione degli sbarchi non può basarsi su strategie che lasciano morire le persone in mare, ignorando i diritti umani più basilari” afferma in modo forte Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000.
Secondo il racconto della bambina, il barcone in metallo è affondato tre giorni fa a causa di una tempesta con onde alte fino a 4 metri. Lei è riuscita a sopravvivere aggrappandosi a una camera d’aria e indossando un giubbotto di salvataggio.
L’associazione Don Bosco 2000, impegnata da anni nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti, esprime il proprio dolore e la propria indignazione per l’ennesima tragedia nel Mediterraneo. Questa bambina, che ha vissuto il dramma della perdita e della disperazione, rappresenta il simbolo di una crisi umanitaria che non può più essere ignorata.
Come Don Bosco 2000 ribadiamo il nostro impegno nel fornire accoglienza dignitosa e percorsi di speranza per chi fugge da condizioni inumane. Tuttavia, non possiamo farlo da soli: serve uno sforzo collettivo di solidarietà, in cui ciascuno possa fare la propria parte per rispondere a un’emergenza che riguarda l’intera umanità.
“Chiediamo con forza al Governo italiano e all’Unione Europea di agire immediatamente per fermare queste morti evitabili. È necessario il ritorno di un’operazione come Mare Nostrum, che in passato ha dimostrato che salvare vite umane è possibile. Non si comprende perché questa missione sia stata interrotta, lasciando il posto a politiche inefficaci, che aggravano le sofferenze di chi cerca salvezza” ribadisce Agostino Sella.
Salvare vite umane deve essere una priorità assoluta per ogni società civile. Don Bosco 2000 continuerà a fare la propria parte con l’accoglienza e il supporto ai più vulnerabili, ma chiediamo con forza alle istituzioni di assumersi le proprie responsabilità per garantire un futuro più giusto e umano per tutti.