Balotelli capitano della nazionale italiana tra Martina-campanaro e Salvini-compostezza

 

Mario Balotelli, l’attaccante della Nazionale di cui tanto si parla per la sua indole, il talento, gli attacchi razzisti che ha subito, potrebbe essere indicato dal ct Mancini come nuovo capitano degli azzurri.

L’articolo da scrivere per un giornalista è sicuramente stimolante visto l’adagio irrisorio che fa scrivere: ‘Sì, parliamo di politica, magari al bar dello Sport…’, fissata  su carta per dileggiare l’incompetenza di alcuni nuovi soloni, politici e non.

Invece no, visto che sull’argomento, e su Balotelli,  si è pronunciato il nuovo ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini: ‘Il capitano deve essere rappresentativo e deve giocare bene a pallone, non deve essere bianco, giallo o verde. Spero che l’allenatore sceglierà il capitano non per motivi sociologici, filosofici e antropologici, ma perché è un ragazzo che fa spogliatoio, umile e che gioca bene. Magari Balotelli mi stupirà, ma negli anni passati non mi è sembrata una persona umile in grado di mettere d’accordo tutti’.

In realtà ‘Salvini dall’Interno’ dice il vero e in modo ‘rigidamente’ ministeriale fornisce un ritratto oltremodo veritiero del calciatore ma, a tambur battente, risponde il segretario del Pd Maurizio Martina: ‘L’idea di averlo come capitano della Nazionale mi piace, me lo auguro per tutti noi. Ha espresso parole giuste, semplici e forti. C’è bisogno di una voce come la sua per far capire certe battaglie’.

Una nazionale di calcio e il suo capitano divengono d’un solo colpo un affare di stato con un ministro che in modo legittimo dice la sua, da appassionato di calcio,  e un segretario di partito che non parla di partite  ma di ‘battaglie’. Martina è un politico navigato e sposa il suo ‘riferimento’    alle dichiarazioni che Mario Balotelli ha rilasciato in conferenza stampa alla vigilia della gara amichevole che si giocherà all’Allianz Arena di Torino contro l’Olanda: ‘È l’ora che l’Italia diventi più aperta, come fanno Francia e Inghilterra. Fare il capitano per me non cambierebbe più di tanto, io sono qui per fare gol non per fare il capitano. Si può essere un esempio anche senza fascia: ma può essere un bel segno per gli altri, soprattutto per gli immigrati africani. Sarebbe un segnale forte. Ma per me è importante giocare bene e fare gol’.

Alex Zanardi conosce bene il tema dei pregiudizi, positivi o negativi che siano. Per questo commenta così la questione: ‘Balotelli capitano? È un tema un po’ complicato, siamo diventati schiavi del politically correct ma se questo è accaduto ci saranno delle ragioni. Io vivo la mia disabilità in modo disincantato, è una cosa che mi è accaduta ma l’ho superata. Ci sono invece persone che sono molto irritate, suscettibili ai termini, a ciò che gli si dice. Mario Balotelli ha un enorme talento ma è un ragazzo che ogni tanto non riesce a mettere tutto in bolla, come si dice. Magari si irrita per cose che vorrebbero essere complimenti e non si accorge di uno che gli rivolge una vera offesa. La fascia di capitano deve essere una cosa indipendente dalla sua storia personale e quello che ha passato. Non può essere un premio per consolare le persone. Le cose non si rivendicano, si devono meritare. E si deve saper gestire quel ruolo. Certe battaglie vanno fatte nei luoghi opportuni e non so se la Nazionale lo sia’.
Antonella Di Pietro

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