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Ballottaggi: sfide in tutti e 10 i capoluoghi al voto

Circa 5 milioni di elettori sono chiamati, oggi e domani, al secondo turno di amministrative. I ballottaggi interessano 65 Comuni, dei quali 10 capoluoghi di provincia. Le città più grandi chiamate al voto definitivo sono Roma, Trieste e Torino, dove non si è registrato alcun apparentamento. Gli altri capoluoghi al voto sono Varese, Savona, Latina, Benevento, Caserta, Isernia e Cosenza.

A Roma si sfidano Enrico Michetti per il centrodestra e Roberto Gualtieri per il centrosinistra. Michetti al primo turno ha preso il 30,14% dei voti, Gualtieri il 27,03%. Si guarda alle mosse dell’elettorato di Carlo Calenda e Virginia Raggi, che hanno ottenuto rispettivamente il 19,81% e il 19,09%. Nessuno dei due candidati esclusi dal ballottaggio ha dato indicazioni di voto al proprio elettorato. Calenda si è limitato a dire che personalmente voterà Gualtieri, precisando però che la sua lista resterà all’opposizione. Dunque, non esattamente un voto convinto. Quanto a Raggi non ha esplicitato cosa farà e, anzi, ha incontrato entrambi i candidati ancora in corsa. Una scelta che si inserisce nella cornice della lotta interna che sta lacerando il M5S.

A Torino, altra città altamente attenzionata in questa tornata di ballottaggi, si contendono la guida della città Paolo Damilano del centrodestra e Stefano Lo Russo del centrosinistra, rispettivamente al 38,9% e al 43,9%. A ballare è sopratutto il 9% raccolto dalla candidata sconfitta del M5S, Valentina Sganga. Un risultato deludente per la forza politica che ha guidato la città negli ultimi cinque anni, ma che rappresenta comunque un tesoretto di voti per l’elezione del futuro sindaco.

A Trieste la partita è tra Roberto Dipiazza per il centrodestra, che al primo turno ha ottenuto il 46,92% dei voti, e Francesco Russo del centrosinistra, che ha chiuso al 31,65%.

Decisamente in vantaggio, poi, parte anche Vincenzo Zaccheo, che ha sfiorato l’elezione al primo turno davvero di poco: ha ottenuto, infatti, il 48,46%, staccando il sindaco uscente Damiano Coletta di ben 13 punti. Qui apparentamenti ce ne sono stati: M5S e Sinistra Italiana hanno deciso di appoggiare Coletta, ma si parla rispettivamente di una dote del 3,28% dei voti e dello 0,15%. Quindi, a conti fatti, appena lo 0,1% in più del 3,33% ottenuto dal candidato Antonio Bottoni, che invece si è apparentato con Zaccheo. Insomma, anche ammesso che tutti gli elettori di M5S e SI vadano a votare e – soprattutto nel caso del M5S – seguano le indicazioni dei vertici, il 13% di scarto di Zaccheo su Coletta resta invariato.

In Campania, i ballottaggi nei Comuni capoluogo sono due. A Caserta si sfidano il sindaco uscente di centrosinistra Carlo Marino, che al primo turno ha ottenuto il 38,34% e Gianpiero Zinzi, sostenuto dal centrodestra, che parte dal 28,66%. Ma al turno di due settimane fa un corposo 12,37% dei voti è andato anche all’ex sindaco Pio Del Gaudio, punto di riferimento di un elettorato tradizionalmente di centrodestra e sostenuto tra gli altri da Rinascimento di Vittorio Sgarbi e dalla lista Autonomi e partite Iva. Anche in assenza di apparentamento, insomma, è facile che l’elettorato di Del Gaudio abbia già scelto. A Benevento, in campo ci sono il sindaco uscente Clemente Mastella, sostenuto da una serie di liste civiche, delle quali una chiamata Forza Benevento, che ha raccolto il 49,37% delle preferenze e il candidato del Pd Luigi Diego Perifano al 32,41%.

A Isernia la sfida è tra Gabriele Melogli sostenuto da Forza Italia, Lega e alcune civiche, al 42,88%, e il giallorosso Piero Castrataro al 41,66%. Anche qui non ci sono apparentamenti. A Savona si sfidano Marco Russo di centrosinistra, che ha chiuso il primo turno al 47,79%, e Angelo Schirru del centrodestra, al 37,31%). A Varese il sindaco uscente del centrosinistra, Davide Galimberti, non ce l’ha fatta a farsi riconfermare e va al ballottaggio con il 48% dei consensi contro il 44,89% di Matteo Luigi Bianchi del centrodestra. Infine Cosenza, con la bizzarra sfida tra due omonimi: Francesco Caruso, del centrodestra, che al primo turno ha preso il 37,43% e Francesco Alessandro Caruso, «detto Franz», del Pd che ha chiuso al 23,78%.

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