Aziende in crisi: ritardi di 6 mesi nei pagamenti della P. A.

La crisi si fa sentire anche per la Pubblica Amministrazione. Ed infatti, si registrano ritardi nei pagamenti alle aziende tra i 70 e i 90 miliardi di euro. Questo genera un malcontento delle imprese, chesono a rischio sopravvivenza. Addirittura si calcola che i pagamenti vengono ormai onorati mediamente a 180 giorni.La cifra enorme degli arretrati pubblici italiani, che secondo alcune stime rappresenta la metà dell’insoluto europeo (in tutta Europa i crediti arretrati vantati dalle imprese ammontano a 180 mld circa), è ufficiosa perché è difficilmente quantificabile ufficialmente. ”Non c’è una stima puntuale, non esiste una valutazione ufficiale”, ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, ricordando che il Governo Monti è impegnato sul tema e ha deciso di sbloccare, con il decreto ‘Salva Italia’, 5,7 miliardi di euro per estinguere una parte dei debiti che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti delle imprese private.Il problema dei ritardati pagamenti della Pubblica amministrazione, ha spiegato ancora Ceriani, ”presisteva” al Governo Monti e ”ora si stanno cercando delle soluzioni che non gravino sui conti pubblici. E’ un problema serio in un momento di crisi”, ha sottolineato ricordando la misura che permette alle imprese di poter girare i propri crediti alle banche che, in cambio, metteranno loro a disposizione un serbatoio di liquidità.Nel 2011, stima la Cgia di Mestre in uno studio recente, i pagamenti da parte della Pubblica amministrazione vengono onorati mediamente dopo 180 giorni (+52 giorni rispetto al 2009) con un ritardo medio, nei confronti dei termini contrattuali, di 90 giorni. Niente a che vedere con le situazioni che si verificano nei Paesi partner e concorrenti: in Francia le fatture vengono ‘saldate’ a 64 giorni (6 giorni in meno rispetto al 2009), nel Regno Unito a 47 giorni (-2) e in Germania a 35 giorni (-5 rispetto al 2009).Negli ultimi quattro anni, rileva Confapi (la Confederazione italiana della piccola e media industria privata che rappresenta gli interessi di oltre 120.000 imprese manifatturiere, con 2,3 milioni di dipendenti), sei pmi su dieci hanno riscontrato un allungamento dei tempi medi per i pagamenti: una su due denuncia addirittura ritardi superiori ai 12 mesi. Una situazione, quella dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, che non risparmia nessun settore. Nei primi 9 mesi del 2011, le sole Asl hanno superato la quota dei 40 miliardi: il 50% circa dei 70-90 miliardi in cui si stima ammontare il debito della Pa verso le aziende.Nelle costruzioni, secondo quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’Ance del giugno del 2011, l’82% delle aziende subisce ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione (il 97% indica che non c’è stato nessun miglioramento rispetto alle difficili condizioni del 2010) e il 77% delle imprese ha evidenziato addirittura un aumento nei ritardi. Il ritardo medio segnalato dalle imprese di costruzioni è di 114 giorni: ciò significa che le imprese vengono pagate più di 4 mesi oltre i termini previsti dalla legge (2,5 mesi), con evidenti ripercussioni sulla contabilità e la programmazione dell’attività delle imprese.Il 66% delle imprese che ha partecipato all’indagine denuncia ritardi medi superiori ai 2 mesi oltre i termini contrattuali, il 38% un ritardo compreso fra i 3 e i 4 mesi, mentre il 28% subisce ritardi superiori ai 4 mesi. Le punte di ritardo confermano l’aggravarsi del fenomeno: in alcuni casi i ritardi superano i 24 mesi. Dall’indagine dell’Ance viene confermata la generale inefficienza della Pubblica Amministrazione, che si traduce nell’eccessiva lunghezza dei tempi necessari per l’emissione del certificato di pagamento da parte della stazione appaltante (denunciata dal 51% delle imprese), da tempi lunghi per l’emissione del mandato di pagamento (42% delle imprese) e dalle ‘vischiosità burocratiche’ all’interno della stazione appaltante (per il 22% delle imprese).Gli Enti Locali sono gli enti più citati dalle imprese di costruzioni quali principali responsabili dei ritardi perché sottoscrivono il maggior numero di contratti di lavori pubblici. I Comuni, le Province e le Regioni sono indicati rispettivamente da circa il 70%, il 29% ed il 22% delle imprese come responsabili dei ritardi. A fronte del continuo aggravarsi del fenomeno dei ritardati pagamenti le imprese si sono trovate costrette ad assumere decisioni per far fronte alla mancanza di liquidità.La direttiva europea, che va applicata entro la metà del 2013, impone alla Pubblica amministrazione di saldare i propri impegni entro 30 giorni o, in alcuni casi, entro un massimo di 60 giorni. Diversamente scatta un interesse di mora di ben l’8% su base annua.

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