La gente si accalca sopra la scarpata dove un mese fa, a Monteforte Irpino (Avellino), precipitò un pullman causando la morte di 39 persone, nel giorno in cui il pool di periti di tutte le parti coinvolte effettua un sopralluogo sul tratto del viadotto Acqualonga, dove il bus perse il controllo, e nella scarpata dove il mezzo è precipitato, 29 agosto 2013. ANSA/ CESARE ABBATE

Avellino, bus in scarpata, protesta Associazione

AVELLINO. Alcune proteste stanno accompagnando la conclusione della seconda udienza ad Avellino del processo per la morte di 40 persone, precipitate il 28 luglio del 2013 a bordo del bus che sfondò le barriere del viadotto ‘Acqualonga’ della A16 Napoli-Canosa, in territorio del comune di Monteforte Irpino (Avellino). A dar vita alla protesta sono gli aderenti all’associazione ‘Vittime dell’A16’ a cui il giudice monocratico del Tribunale di Avellino, Luigi Buono, ha respinto la richiesta di costituzione di parte civile. Il presidente dell’associazione, Giuseppe Bruno, che nell’incidente ha perso entrambi i genitori, e altri componenti si sono incatenati davanti alla sede giudiziaria di Piazza Aldo Moro. ‘Non ci fermeremo neanche di fronte a questa decisione che aggrava il nostro dolore indelebile’, dice Buono.

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