E’ stato strike relativamente limitato e ‘telefonato’: i russi sono stati avvertiti in anticipo e questi hanno a loro volta informato i siriani, che hanno evacuato le basi. Sono stati lanciati 105 missili, 86 dei quali americani: 60 partiti da navi  (USS Monterey 30, USS Labon 7, USS Higgins 23), 6 da sottomarini (USS John Warner) e 19 da due aerei B1. A questi si sono aggiunti 12 missili francesi lanciati da una fregata FREMM (3) e sei aerei Rafale (9)  e 8 britannici, sganciati da quattro aerei Tornado. Secondo fonti russe sarebbero stati intercettati ’71 missili su 103′.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong vicina all’opposizione, i missili intercettati dalla contraerea siriana sarebbero 65. La contraerea russa non sarebbe entrata in azione, dato quest’ultimo confermato dagli americani. Ma gli americani negano che i loro missili siano stati intercettati, e lo stessi fanno i francesi. Il  generale Kenneth McKenzie, che ha parlato in un breafing al Pentagono, ha sostenuto che tutti i missili hanno raggiunto l’obiettivo, l’operazione è stata precisa e senza difetti. Non escludiamo che basi possano essere state evacuate, ma il nostro obiettivo non era quello di uccidere delle persone ma distruggere del materiale. Cosa avvenuta. Per l’attacco in Siria gli americani avevano allestito una ‘short list’ di otto obiettivi, che sarebbe stata ridotta a tre per evitare accuratamente di coinvolgere personale russo.

Il generale dei Marines e Joint Chied of Staff delle forze armate americane Joseph Dunford, ha detto in conferenza stampa che il primo attacco è stato diretto contro il Centro siriano di studi scientifici e di ricerca nel distretto di Barzeh, al di fuori della capitale Damasco: ‘Questa struttura militare è un centro siriano per la ricerca, lo sviluppo, la produzione e la sperimentazione di tecnologie di guerra chimica e biologica’,  ha detto Dunford. Contro questo obiettivo, ha spiegato il Pentagono,  sono stati inviati 76 missili Tomahawk. Il secondo attacco  ha preso di mira un deposito ad ovest di Homs che si ritiene sia un sito di produzione e stoccaggio di armi chimiche. Sul secondo obiettivo sono finiti 8 missili americani e una decina tra francesi e britannici. “Il terzo obiettivo, che si trovava in prossimità del secondo – ha concluso  conteneva sia un deposito di attrezzature per armi chimiche che un importante posto di comando. Anche questo terzo obiettivo ha ricevuto 8 Tomahawk e una decina tra francesi e del Regno Unito.