Assemblea degli azionisti di Mediobanca

Intervento dell’azionista Marco Saba sul primo punto dell’ordine del giorno: il bilancio del gruppo MEDIOBANCA

‘Mi rivolgo ai Sigg.ri Amministratori e, con un saluto esteso, anche a tutti gli Azionisti. Sono l’azionista Marco Saba ed intervengo sul primo punto dell’ODG chiedendo che copia della mia mozione venga trascritta nel verbale dell’assemblea. Anche quest’anno, dal bilancio consolidato, non è possibile sapere quanto danaro è stato creato dal Gruppo Mediobanca durante l’esercizio. A pag. 21 del verbale dell’assemblea Mediobanca del 28 ottobre 2015, leggo che il dott. Nagel, qui presente, aveva assicurato che nel Gruppo non vi è alcuna creazione di moneta virtuale.

Nella pagina internet della Banca Centrale Europea intitolata “Cos’è la moneta ?”, si dice che la “moneta “interna”, ossia i depositi bancari”, è “una forma di moneta che viene creata, e può essere annullata, nel settore privato dell’economia.”

Il 7 luglio 2016 a Madrid, in Spagna, il vice presidente della BCE aveva ammesso: “Una motivazione fondamentale per la regolamentazione bancaria si riferisce al fatto che, quando concedono credito, le banche creano denaro creando un deposito corrispondente. Questa attività, che è al centro del nostro sistema di moneta-credito, comporta una significativa trasformazione di liquidità poiché i depositi sono molto più liquidi dei crediti.”

In sostanza, come confermato dalla società di revisione KPMG nel rapporto al primo ministro dell’Islanda pubblicato il 5 settembre 2016, a pag. 5: “Quando le banche commerciali effettuano prestiti alla clientela, creano denaro mediante l’emissione di depositi sul conto corrente del cliente. Questo espande il bilancio delle banche, su cui le banche centrali hanno un controllo limitato. Il sistema monetario sovrano (sistema ISM) mira a spostare la creazione di moneta dalle banche commerciali allo Stato e alle banche centrali.” [3]

La prassi di creazione monetaria da parte delle banche di credito è stata ammessa ultimamente dalla Banca Popolare dell’Alto Adige nel procedimento esecutivo immobiliare 216/2014 avanti al Tribunale di Bolzano che, nell’ordinanza del 6 settembre 2016, afferma che le banche possono creare moneta bancaria in Euro, e lo fanno, perché questo non è proibito da nessuna disposizione. Chiarito il fatto che anche il Gruppo Mediobanca, come le altre banche, crea moneta, dal momento che crea depositi quando effettua degli impieghi, si pone qui il problema della corretta contabilizzazione di questa creazione. All’atto della creazione monetaria, ovvero quando i manager della banca decidono un impiego, si dovrebbe registrare un influsso nel conto dei flussi di cassa, che sono oggetto del Rendiconto Finanziario, per poi trasferire correttamente questa cifra depositandola sul conto del cliente. Se ogni volta che la banca crea denaro, gli amministratori “dimenticano” di accreditare il conto di cassa della banca, si ha una situazione per cui è vero che il bilancio si “espande”, ma senza l’esistenza di un sottostante (ovvero il capitale creato). Quello che succede è che – senza la registrazione degli influssi di cassa da creazione – il Rendiconto Finanziario del Gruppo Mediobanca non ha alcun senso – e così di conseguenza il suo Conto Economico ed il suo bilancio consolidato.

Se il denaro – creato “in nero”, ovvero senza appropriata contabilizzazione – appare improvvisamente sui conti dei clienti senza un’origine o provenienza lecita e dichiarata, si avrà che tutta la massa aggregata del denaro bancario in circolazione non ha una origine iniziale certa ed identificabile violando così anche le norme antiriciclaggio (AML). Allo stesso tempo, si ha l’effetto che questo denaro, pur se invisibile contabilmente, ha vita propria e non si sa bene dove vada poi a finire. A proposito quindi dello Stato Patrimoniale, nel testo del prof. Antonino Galloni uscito nel 2014, per le edizioni Eurilink, ed intitolato “Il futuro della banca”, a pag. 13 si legge: “Ciò non avrebbe alcun senso (…) se non fosse fondamentale per occultare il reale funzionamento delle banche stesse: solo mettendo al passivo i depositi nello stato patrimoniale si nasconde la voragine di attivo (determinato, nel tempo, da un impressionante margine operativo lordo tra gli impieghi con i loro interessi – da una parte – ed i soli costi di funzionamento con gli interessi sui depositi, dall’altra).”

Cosa vuol dire questo, cari azionisti ?

Vuol dire che l’ampliamento dell’attivo dello Stato Patrimoniale viene falsamente pareggiato con i debiti verso clientela che non hanno alcun motivo d’essere, poiché i depositi stessi sono auto-liquidanti. Infatti, il danaro che avete sui conti lo potete usare propriamente come il contante a corso legale, ed è proprio contante anche secondo il principio contabile “IAS 7.6”.

In sostanza, come non v’è bisogno di garantire le banconote con monete metalliche, così non v’è bisogno di garantire la “FIAT CURRENCY” (come definita dall’Autorità Bancaria Europea) contenuta nei depositi, con banconote o monetine. Oltre a registrare la creazione di danaro in cassa prima di poterne disporre, quindi, l’amministrazione Mediobanca deve rettificare lo Stato Patrimoniale tenendo segregati i depositi dalla contabilità bancaria, esattamente come lo sono già nella pratica e come lo si fa per il contenuto delle cassette di sicurezza.

Mi stupisce davvero che il revisore PWC non abbia ancora fatto proprie queste ovvie considerazioni.

L’effetto finale è che l’amministrazione della banca – omettendo di rappresentare correttamente in bilancio una parte rilevante di asset aziendali e di conseguenza alterando il conto economico – sta nascondendo i veri profitti dell’attività del Gruppo agli azionisti, al pubblico e all’erario, e che le autorità di vigilanza e supervisione o sono ignoranti, o fanno parte del gioco e vanno esautorate.

Il collegio sindacale del Gruppo dovrebbe riflettere seriamente su queste considerazioni.

Per questi validi motivi voterò contro il bilancio presentato e chiedo a tutti gli azionisti, danneggiati e responsabili, di fare altrettanto esigendo, senza indugio, la rettifica del bilancio presentato.

Grazie per l’attenzione.”

Marco Saba

Marco Saba è presidente di IASSEM, Istituto di Alti Studi sulla Sovranità Economica e Monetaria, con sede in Svizzera. E’ anche nel comitato scientifico di MONETA INTERA, l’iniziativa svizzera per un referendum sulla creazione di moneta da parte della Banca Nazionale Svizzera.

Dopo aver anticipato il 18 gennaio 2000, durante una audizione alla Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera, il risultato dei lavori di tre successive Commissioni Parlamentari di inchiesta sugli effetti dell’uranio impoverito, decide di occuparsi di un problema strutturale più importante: l’influenza delle decisioni arbitrarie del cartello bancario sulla vita politica e sociale del paese, e oltre.

Autore di diversi blog in italiano, inglese e francese, registra sul suo account twitter oltre 100.000 visite al mese. Nel 2005 convinse il professor Auriti e l’Adusbef a intraprende una celebre causa sul signoraggio che ottenne una sentenza positiva del giudice di pace di Lecce, poi ribaltata in cassazione, portando alle dimissioni del governatore della Banca d’Italia.

Scrive e pubblica tre libri sulla materia bancaria: Bankenstein (2006), O la banca o la vita (2008) e Moneta Nostra (2010; quest’ultimo pubblicato gratuitamente su internet e ispiratore della pagina facebook omonima per la creazione di euro fai-da-te).

Nel 2014 comincia ad intervenire nelle assemblee degli azionisti delle banche, poi accompagnato anche dall’On. Sibilia e dal magistrato onorario Rosanìa, contestando la mancata contabilizzazione della creazione di danaro da parte delle banche stesse nel conto di cassa. Nel 2016, in occasione della clamorosa ed inaudita dismissione della pubblicazione del Rendiconto Finanziario da parte sia della BCE che della banca centrale svizzera, interviene all’assemble di quest’ultima (29 aprile 2016), a Berna, contestando la revisione del bilancio effettuata da KPMG.

sabatreno

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