Duramente attaccato anche dal suo stesso partito, per “l’apertura” mostrata in merito alla riforma sul mercato del lavoro, Walter Veltroni si difende su Twitter: “Il problema non è l’art.18, sul quale ho detto molto meno di quanto detto mille volte da Bersani. Il problema è il giudizio su Monti”, ha spiegato l’ex segretario del Pd. “Cito Bersani, per capirsi: Se vogliamo modificare l’art.18, va bene. Ma facciamolo in fondo. L’ha detto il 7 febbraio a Otto e mezzo”, ha sottolineato l’ ex sindaco di Roma. La “colpa” di Veltroni, sarebbe quella aver invitato in un’intervista a mettere da parte i tabù sull’art.18:”bisogna cambiare un mercato del lavoro che continua ad emarginare drammaticamente i giovani, i precari, le donne e il sud”, “non fermarsi di fronte ai santuari del ‘no’, che hanno paralizzato l’Italia per decenni. Il nostro è un Paese rissoso e immobile e perciò a rischio”. Veltroni cita il titolo di un libro di Freud, “Totem e tabù”, “è perfetto per definire gran parte del discorso pubblico in Italia”. “Ci vogliono più diritti per chi non ne ha nessuno: questa è oggi una vera battaglia di sinistra”.
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