Pierluigi Bersani e Matteo Renzi ANSA/ MAURIZIO DEGL'INNOCENTI

Art. 18 e Bersani: ‘Pietra tombale dialogo con Pd’

L’aula della Camera ha approvato, per 26 voti di differenza, il rinvio in Commissione del pdl sul ripristino dell’art. Si Mdp-Possibile, il centrodestra e M5S avevano votato contro il rinvio proposto dalla relatrice Pd Titti Di Salvo.

Durissime le reazioni: ‘Il Pd getta la maschera e affossa la nostra proposta che riafferma le garanzie dell’articolo 18. Finte aperture’,  scrive su Twitter il coordinatore di Articolo uno–Mdp, Roberto Speranza.

 Il problema non sono le porte aperte nei rapporti tra le forze politiche. Il Pd insabbiando la nostra proposta di ripristinare e allargare l’art. 18 ha tenuto aperte le porte girevoli per il licenziamento dei lavoratori,  afferma il deputato di Sinistra italiana-Possibile,  Giorgio Airaudo, relatore di minoranza e firmatario della proposta di Sinistra italiana e Mdp per ripristinare l’art.18.

 Lucrezia Ricchiuti, senatrice di Articolo 1 – Mdp, parla di una scelta con la quale la Camera dà uno schiaffo a mano aperta ai lavoratori italiani, a chi sul lavoro patisce soprusi e salari insufficienti: ‘Nonostante le calcolate assenze di alcuni deputati del Partito democratico, che non hanno trovato il coraggio di schierarsi contro il vertice renziano, dobbiamo registrare ancora una volta la distanza di quel partito dai bisogni delle persone, dalla realtà sofferente del nostro mondo del lavoro, in cui le tutele arretrano e lo sfruttamento avanza. Noi di Mdp ci saremo sempre, contro l’arroganza dei licenziamenti illegittimi e le delocalizzazioni’.

E’ quindi rottura definitiva tra Pd e sinistra. L’ultimo tentativo di Piero Fassino di dialogare con gli scissionisti è andato a vuoto. Ora è dunque  ufficiale: Mdp e Sinistra Italiana-Possibile non entreranno nella coalizione che fa perno attorno al Pd, ma faranno una lista unitaria della sinistra alternativa ai democratici.

Il rinvio della proposta della sinistra sull’articolo 18 è la pietra tombale sul dialogo con il Pd? Sì,  risponde Pierluigi Bersani ai giornalisti.   Pronta la replica di Piero Fassino: ‘Direi che di pietre tombali Bersani ne mette una al giorno: se avesse avuto un atteggiamento più aperto e disponibile avremmo potuto discutere.  Noi guardiamo avanti e non ci interessa la polemica sterile, ognuno farà la propria strada e se riusciremo a ottenere la fiducia e il consenso degli elettori dopo le elezioni vedremo di riallacciare, se sarà possibile, i fili di una collaborazione’.

Matteo Renzi da un lato, con il Pd al centro di una coalizione dai confini ancora da definire. Pier Luigi Bersani dall’altro, con la lista unitaria della sinistra che potrebbe essere guidata da Pietro Grasso. La rottura ufficiale è sancita in un estremo tentativo di incontro chiesto dal Pd con Mdp, SI e Possibile, per cercare un terreno comune per l’unità. Ma alla fine il verdetto della ex Dem Maria Cecilia Guerra è lapidario: ‘Non diamo la disponibilità a una trattativa perché le differenze sono di fondo’. Fine dei giochi, ognuno per la sua strada.

La  Guerra ha affermato che sul piano del lavoro i dem non intendono rimettere in discussione le politiche sbagliate compiute in questi anni e l’accordo sulle pensioni, così come il decreto fiscale da poco licenziato dal Senato, sono tutti elementi che segnano una non volontà di convergenza sui temi che noi stiamo proponendo.

‘Il 3 dicembre avremo una grande occasione per mettere in evidenza la partecipazione del popolo della sinistra a questa nuova esperienza e naturalmente Grasso sarà il nostro leader’, dice   Giulio Marcon, precisando però poco dopo: ‘Sul ruolo di Grasso il mio era solo un auspicio. Non voglio tirare per la giacchetta il Presidente del Senato che farà le scelte che riterrà più opportune quando lo deciderà. È evidente che per il prestigio istituzionale e il ruolo che ricopre sarebbe un ottimo leader per la nuova sinistra che stiamo costruendo’.

A intervenire a riguardo è stato il portavoce del presidente del Senato: ‘Grasso in questo momento non ha sciolto alcuna riserva in merito al suo futuro. Notizie o dichiarazioni in un senso o nell’altro vanno lette come auspicio dei singoli e non come interpretazioni del suo pensiero o di sue decisioni. Quando queste saranno prese sarà lui stesso a comunicarle’.

A margine dell’incontro avvenuto negli uffici di Si-Possibile, Piero Fassino ha parlato di misure integrative sul Jobs Act, in particolare per favorire la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato e misure integrative di maggiore tutela in caso di licenziamento. Tra le altre proposte dei dem, il raddoppio delle risorse per il reddito di inclusione, l’aumento delle risorse per il fondo sanitario nazionale e, in questo quadro, l’avvio di un superamento del superticket. Sul tavolo anche la stabilizzazione e l’allargamento ad una base di lavoratori più ampia dell’anticipo pensionistico a 63 anni.

Nell’ambito della tutela dell’ambiente il Pd ha elencato una serie di provvedimenti, a partire dalle misure di decarbonizzazione e dall’approvazione della legge sul consumo di suolo, che vadano nella direzione di caratterizzare un’alleanza di centrosinistra sotto il profilo ambientale ed ecologico. Infine, ha aggiunto Fassino, sul terreno dei diritti abbiamo confermato la nostra volontà di arrivare alla adozione della legge sullo ius soli e sul fine vita prima della fine della legislatura.

In realtà, al di là di  tutto,  resta di fatto solo la  rottura del Pd con Mdp e Sinistra Italiana  ufficializzata nell’incontro con Piero Fassino.

 

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