Aria di elezioni sul governo gialloverde

“Il saldo è quello, non abbiamo altri margini. Noi vorremmo che l’intera Ue si facesse carico dei due progetti riformatori” su dissesto e giustizia civile e penale, “dal nostro punto di vista ci sono margini di manovra”, afferma il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue rispondendo a chi gli chiede se l’Italia potrà scendere dal 2,04%. “L’Italia è qui a testa alta, non siamo al mercato, il senso politico della trattativa è questo è su quel saldo che si possono costruire delle tecnicalità”.

“Forse arriveremo tardi per la Commissione – ha aggiunto -, forse saremo costretti a portare” il maxiemendamento “direttamente in Aula. Ci dispiace, ma se sarà così non sarà per volontà o scelta nostra”.

“L’Italia non è con il cappello in mano, ha elaborato una manovra ben costruita, ben meditata e anche quest’ultimo passaggio non è frutto di un ripensamento dell’ultima ora”, ha affermato il premier.

Conte, a quanto si apprende, sta coordinando la presentazione alla Commissione Ue del piano nazionale per la sicurezza del territorio e per la prevenzione dei rischi e del Piano per la riduzione dei tempi della giustizia civile e penale. Per il finanziamento dei due piani, si apprende ancora, il premier chiederà alla Commissione Ue la concessione della flessibilità di modo che i relativi finanziamenti non siano imputati nel computo del deficit.

‘Piaccia o non piaccia questo governo risponde ad una volontà degli italiani e il M5s al Sud ha vinto perché gli elettori vogliono il reddito di cittadinanza. Una misura che nel contratto di governo è finalizzata ad incentivare i posti di lavoro ma il pericolo che vedo è che possa alimentare il lavoro nero’, dice Giancarlo Giorgetti: ‘Purtroppo  il programma elettorale di M5s al Sud ha registrato larghi consensi probabilmente anche perché era previsto il reddito di cittadinanza. Credo che abbia orientato pochissimi elettori della mie zone. Magari è l’Italia che non ci piace ma con cui dobbiamo confrontarci e governare’

Riguardo alla trattativa del governo con la Commissione Ue per evitare la procedura di infrazione, Giorgetti ha affermato che ‘dietro quei decimali si sta consumando uno scontro tra una Commissione in scadenza ed un governo cosiddetto `populista-sovranista´. Un governo al quale, piaccia o non piaccia gli italiani hanno dato il consenso’.

Giorgetti ha poi sottolineato: ‘Il nostro impegno dura nella misura in cui sarà possibile realizzare il contratto di governo: quando non sarà possibile finirà ma allora la parola torni al popolo perché senza il suo consenso un governo non può esistere’.

Visto da questo punto di vista l’alleanza gialloverde sembra al capolinea. Negli ambienti dei Cinque stelle riprende corpo l’idea di un accordo di governo con il Pd. Pare che ora anche Luigi Di Maio si sia convinto di avviare un tavolo di confronto con i dem. C’e l’ok del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Bisogna attendere l’esito del congresso dem: Maurizio Martina e Nicola Zingaretti sono due interlocutori per intavolare la trattativa. Si aspettano, ora, congresso ed elezioni europee.

 

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