L’ordigno ritrovato a Buenos Aires, nelle vicinanze del teatro Gran Rex, non poteva avere nessun potere distruttivo. E’ quanto sostiene la polizia, che pur sottolineando l’intento intimidatorio del gesto, ridimensiona le dichiarazioni rilasciate nell’immediato dal giudice Norberto Oyarbide incaricato dell’inchiesta. La deflagrazione avrebbe comunque prodotto un forte boato creando panico e allarme. Secondo gli investigatori, l’ordigno era composto da due palline (grandi più o meno come quelle da ping pong) di esplosivo, con un detonatore e collegate ad un telefono cellulare. Il dispositivo era stato programmato per esplodere oggi alle 16.20, quando l’ex presidente Uribe sarebbe stato impegnato in un cocktail al terzo piano del teatro. Subito dopo il ritrovamento il giudice federale Oyarbide aveva dichiarato: “Si tratta di un fatto molto grave”, e se l’ordigno non fosse stato scoperto, le “conseguenze sarebbero state imprevedibili” e “potrebbe aver causato morti”. Nonostante il fallito attentato, Uribe ha confermato per oggi la sua presenza al Gran Rex di Baires, dove parlerà della “Trasformazione della Colombia”.
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