Arezzo, imprenditore vicino clan camorra: confiscati beni per 1,5 mln

I militari della guardia di Finanza di Arezzo e il personale della Polizia di Stato hanno dato esecuzione ad un decreto di confisca, emesso dal Tribunale di Firenze (Ufficio Misure di Prevenzione), che ha riguardato beni per un valore stimato di circa 1,5 milioni di euro, costituiti dal capitale sociale di una società, con sede ad Arezzo, e dall’intero patrimonio aziendale, composto da un appartamento, un autoveicolo ed un immobile ubicato nel centro della città. Il provvedimento di confisca è stato disposto nell’ambito del procedimento di prevenzione, instaurato a seguito della proposta, a firma congiunta, per l’applicazione di una misura cautelare patrimoniale, formulata dal Procuratore Distrettuale della Repubblica di Firenze e dal Questore di Arezzo, la prima in assoluto eseguita nella provincia. La misura ablatoria prende spunto dalla vicenda giudiziaria di un soggetto titolare di aziende nell’aretino, che ha subìto una condanna con sentenza definitiva per associazione di stampo mafioso, per fatti commessi alla fine degli anni ’90, in coinvolgimento con attività di un clan camorristico.

L’attività è stata supportata ampiamente dagli accertamenti economico-finanziari condotti, che hanno permesso di ricostruire l’intero patrimonio rientrato nella disponibilità, diretta e indiretta, del soggetto proposto – nell’arco temporale che va dal 1990 al 2018 – e di dimostrarne l’evidente ”sproporzione”, rispetto al reddito dichiarato dallo stesso, circostanza questa che costituisce uno dei presupposti fondanti per l’applicazione della misura patrimoniale. Già lo scorso anno, in accoglimento della proposta formulata, il Tribunale di Firenze (Ufficio Misure di Prevenzione) aveva emesso un decreto di sequestro, eseguito poi nel mese di giugno dalla Questura di Arezzo e dalla Guardia di Finanza di Arezzo, che hanno proceduto a vincolare i medesimi beni aziendali colpiti ora dalla confisca. La proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale, prevista dal Codice Antimafia, è il risultato di una complessa attività investigativa, diretta dall’Ufficio Misure di prevenzione e contrasto ai patrimoni illeciti della Procura della Repubblica di Firenze e condotta dal personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Arezzo, e, per gli aspetti economici-patrimoniali, dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Arezzo, Uffici investigativi che hanno operato in stretta sinergia.

Circa redazione

Riprova

Messina Denaro, arrestato architetto: prestò l’identità al boss

Un altro duro colpo è stato assestato alla rete che ha protetto Matteo Messina Denaro …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com