Un'immagine dello stabilimento Ilva a Taranto, 25 settembre 2013. ANSA / CIRO FUSCO

ArcelorMittal: Riduciamo produzione e rallentiamo investimenti

Aminvestco annuncia un taglio della produzione all’ex Ilva di Taranto e poi fa dietrofront nel pomeriggio e i sindacati denunciano il caos e chiedono l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi. L’azienda ha annunciato alla mattina “una riduzione dei suoi livelli di produzione ed un rallentamento temporaneo dei suoi piani di investimento.

Le misure “saranno in vigore fintanto che Invitalia non adempierà agli impegni presi con l’Accordo di Investimento”. Lo si legge in una nota della società. “Ad oggi – si legge nella nota – Invitalia non ha ancora sottoscritto e versato la sua quota di capitale e quindi non ha adempiuto agli obblighi previsti dall’Accordo” che Aminvesto definisce “di natura vincolante” “Questo persistente mancato adempimento sta seriamente compromettendo la sostenibilità e le prospettive dell’azienda e dei dipendenti”.
“Aminvestco – spiega la nota – fa riferimento all’Accordo di Investimento firmato con Invitalia lo scorso 10 dicembre 2020 che prevede l’impegno si Invitalia a sottoscrivere e versare un aumento di capitale di euro 400 milioni entro il 5 febbraio 2021 ed una serie di altre misure per sostenere gli investimenti della società”.

ArcelorMittal ha comunicato alle organizzazioni sindacali la ripartenza di alcuni impianti dello stabilimento siderurgico di Taranto, facendo un passo indietro rispetto alle anticipazioni di ieri alle Rsu e al comunicato di oggi che ufficializzava una “riduzione dei suoi livelli di produzione ed un rallentamento temporaneo dei piani di investimento” fino a quando Invitalia non verserà i 400 milioni pattuiti nell’accordo di partnership del 10 dicembre scorso. Lo comunicano le stesse organizzazioni sindacali. Il nuovo assetto di marcia, con i tre altoforni a pieno regime, di fatto modifica le direttive precedentemente comunicate

“A Taranto c’è una situazione di caos senza precedenti. Dopo una prima comunicazione di ArcelorMittal di ridurre al minimo la marcia degli impianti, ora la situazione sembra essere tornata alla normalità con un atteggiamento ai limiti della schizofrenia e del quale intendiamo chiedere conto all’azienda e al Governo. Infatti, questa condizione di incertezza e di insicurezza tra i lavoratori diretti e dell’indotto è diventata insopportabile”. Lo dichiarano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia secondo cui “resta urgentissimo un intervento del Presidente del Consiglio Mario Draghi ed una convocazione delle parti e dei sindacati per evitare di perdere un asset strategico dell’industria di questo Paese”. E’ inverosimile quello che sta accadendo a Taranto, nello stabilimento di ArcelorMittal. Dopo la nostra denuncia di questa mattina, AMI ha fatto un passo indietro rispetto a quanto scritto in un comunicato di ieri sulla fermata di alcuni impianti, senza però alcuna comunicazione ufficiale nonostante la nostra esplicita richiesta”. Così Rocco Palombella, Segretario generale Uilm.

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