Approvato il primo Def di Meloni: 3 miliardi per il taglio del cuneo

In Consiglio dei ministri è stato dato il via libera al primo Documento di economia e finanza del Governo Meloni, che traccerà “la politica economica per i prossimi anni, una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita”, come dichiarato la premier. Sul tavolo di Palazzo Chigi anche la terza rata del Pnrr in fase interlocutoria con Bruxelles, l’approvazione del cosiddetto Ddl capitali per semplificare e favorire le quotazioni in Borsa e un disegno di legge contro gli atti vandalici contro le opere d’arte, oltre allo stato di emergenza varato per fronteggiare il flusso migratorio. Rimandata invece la questione delle nomine dei vertici delle partecipate, a causa delle distanze con la Lega sui profili da scegliere

“Dalla prossima legge di bilancio bisogna porsi con concretezza il problema del calo demografico e delle nuove nascite, con misure adeguate”, ha chiarito in Consiglio dei ministri la presidente del Consiglio.

Dalle stime realizzate dal Mef e riportate nel comunicato, lo spazio di manovra ricavato per il 2024 dovrebbe essere di 4 miliardi di euro.

“Per il 2024, le proiezioni di finanza pubblica mostrano che, dato un deficit tendenziale del 3,5 per cento, il mantenimento dell’obiettivo del 3,7 per cento del Pil creerà uno spazio di bilancio di circa 0,2 punti di Pil, che sarà destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento delle cosiddette ‘politiche invariate’ a partire dal 2024 e alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, e concorrerà a una significativa revisione della spesa pubblica e a una maggiore intesa tra fisco e contribuente”, si legge.

Obiettivo fissato nel Documento di economia e finanza è la riduzione graduale, ma costante nel tempo, di deficit e debito della PA in rapporto al Pil. In linea con i propositi fissati sull’indebitamento netto nel Documento programmatico di bilancio dello scorso novembre, il Governo conferma i traguardi del 4,5% nel 2023, 3,7 nel 2024, 3,0 nel 2025, fino al 2,5 nel 2026.

“A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35 per cento del Pil – si legge nella nota del Mef – il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5 per cento) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso”.

“Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie” e allo stesso tempo, spiega il ministero, “contribuirà alla moderazione della crescita salariale” contro “una pericolosa spirale salari-prezzi”.

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