APNèA

Apnèa, ovvero  “mancanza di respiro”, o meglio ancora le apnee che viviamo ogni giorno per la nostra assenza di partecipazione attiva e presente.  “APNèA” il tempo al centro del respiro, è il monologo scritto e diretto da Mauro Leonardi ed interpretato da Alessandro Intini , ed in scena dal 23 Aprile al 5 Maggio al Teatro SalaUno di Roma. Leonardi nasce come danzatore e coreografo e  si avvicina al mondo dell’arte performativa dopo una solida formazione scolastica ad indirizzo teatrale. E’ coreografo del tour di Gianna Nannini e successivamente si dedica interamente al teatro e comincia la collaborazione con lo “Zard Group”, e come ballerino solista in “Notre  Dame  De  Paris”. Lascia la danza per dedicarsi a tempo pieno alla creazione dei propri spettacoli e debutta come regista con un’opera sulla cultura siciliana che fonde poesia, prosa, video art e danza contemporanea. Sperimentazione , voglia di ampliare l’utilizzo di nuove tecniche in campo artistico,desiderio di contaminazione fra generi artistici diversi,  molteplici ed eclettiche esperienze lavorative, gli danno il background necessario per creare spettacoli originali e insoliti come è per l’appunto APNèA.  Solo  apparentemente in scena si racconta l’ultima ora di vita di un condannato a morte,  ma in fondo lo spettacolo   è solo  il pretesto per raccontare l’afflusso di pensieri di chi fa i conti con se stesso sull’amore, sulla famiglia e sull’amicizia,  per prendere consapevolezza reale della propria esistenza. E’ quasi un movimento respiratorio, un apnea di immagini, di deja vu,  di chi si muove in uno spazio quasi onirico ma interiormente concreto, simboleggiato da due danz-attori che rappresentano nodi irrisolti. La vita appare lontana,  sospesa tra silenzi ed assenza di partecipazione  e ci si chiede se la vita non è forse una prigione nel quale viviamo la nostra inevitabile e terribile mortalità. L’uomo non è onnipotente e non può sostituirsi a Dio, e la mortalità dell’uomo dovrebbe disapprovare, con coscienza, le condizioni di apnea, perché la vita non è  racchiusa in  cerchi  concentrici. Scrive Mauro Leonardi nelle note di regia: “Ho scritto il testo di APNèA per dare forma letteraria ad alcune riflessioni mie e di Alessandro, il protagonista, riguardo un tema controverso come quello del ‘fine vita’ e della libertà individuale quando non è più possibile decidere della propria esistenza”. Apnea è la sospensione del respiro, il tempo prolungato fra un’inspirazione e la successiva espirazione. Viviamo centinaia, migliaia di apnee, ma se una di esse durasse all’infinito? La storia infatti si svolge in un non-luogo, in un tempo indefinito e, appunto, infinito. Comincia col suono di una respirazione marcata che si interrompe dopo una profonda inspirazione. In scena c’è un uomo, che è solo ed aspetta una sentenza imminente,  un prigioniero che non ha coscienza di quando tutto è cominciato ma si ritrova bloccato a metà, in una condizione irreale dove emozioni e ricordi vengono vissuti nuovamente. Il suo destino è l’attesa: l’attesa di una sentenza, l’attesa di qualcuno, l’attesa di una risposta, l’attesa di un’espirazione , di una qualunque forma di liberazione, che come tutto il resto forse non arriverà mai, ma che gli lascia tutto il tempo per ricordarsi di sé, di quello che è stato, e per trovare ancora speranza”. Può ancora sognare, desiderare, gioire e soffrire? E se potesse farlo cosa desidererebbe, cosa sognerebbe? Una speranza c’è ed è quella di poter  andare oltre la morte, per  saltare il limite e trovarsi  in una visione circolare dove tutto  potrebbe anche  confondersi e  potrebbe ancora ricominciare. Una sorta di eterno ritorno. Alla fine si sente forte un’espirazione. E’ l’attimo di infinito che il protagonista dice di voler cercare per poter vivere per sempre. Lo spettacolo è  totalmente autoprodotto, reso possibile da un gruppo di amici che anche a costo di sacrifici lo ha realizzato con indiscutibile professionalità,  tanto  per la  produzione quanto per  la comunicazione e per le musiche, rendendo lo spettacolo un  miracolo in un momento storico ed economico difficile per la sopravvivenza dell’arte. Voglio ricordare, ad esempio, Anna Foglietta, celebre per l’interpretazione dell’agente scelto Anna De Luca nella serie televisiva di Rai 3 La Squadra, che messa a conoscenza del progetto ha voluto offrire la propria partecipazione registrando l’interpretazione di un brano. Il protagonista  Alessandro Intini  inizia  a vent’anni  a lavorare in teatro, formandosi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, con il laboratorio teatro-danza  ed  è stato tra gli interpreti di Amata mia, Manto di Luna e Le intellettuali di Molière  per la regia di M. Farau,  di la Gatta Cenerentola di Roberto De Simone portata in scena da M. Sumerano, Gli innamorati di Carlo Goldoni,   sempre per la regia di Sumerano. “Trovare una strada per i propri sogni è difficile,  conclude Mauro Leonardi, ma se non si intravede è meglio tracciarsela da sé, per non rimanere sempre in attesa, per non rimanere sempre in apnea….”

Marco Novellino

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