Anna Hazare, l’attivista indiano che per i suoi scioperi della fame contro la corruzione si è conquistato il soprannome di “Nuovo Gandhi”, ha suscitato sorpresa e critiche, quando in un’ intervista tv, ha suggerito che coloro che si rifiutano di smettere di bere “dovrebbero essere frustati” e “umiliati in pubblico”. Hazare e i suoi collaboratori si sono recati oggi in Parlamento durante la giornata inaugurale della sessione invernale per verificare i propositi governativi sull’ approvazione di una forte legge contro i corrotti (LokPal Bill). Ma prima l’attivista di 74 anni ha concesso un’intervista all’emittente all news Ndtv, in cui ha ripetuto la sua avversione per coloro che consumano alcol. “Nel mio villaggio” del Maharashtra, ha spiegato a un’ intervistatrice che non nascondeva la sua sorpresa, “abbiamo applicato punizioni fisiche a chi continuava a bere”. Nonostante le sue asserzioni nonviolente e ispirate al Mahatma, Hazare ha detto che alla persona in questione “diamo tre avvertimenti, perchè in fin dei conti appartiene alla nostra gente”. Ma se questi non funzionano, ha aggiunto, “lo trasciniamo al tempio e gli facciamo promettere che non berrà mai più in vita sua”. “Ma se dopo tutto questo l’individuo continua a bere – ha concluso – siamo soliti legarlo a un palo vicino al tempio frustarlo”. Le reazioni all’intervista non si sono fatte attendere e il portavoce del partito del Congresso, Manish Tiwari, ha dichiarato ironicamente: “Mi sembra che i talebani abbiano detto le stesse cose”.
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