Anas: pronta la sostituzione di Simonini. Le similitudini con il cambio ai vertici del Demanio

Sarebbe tutto pronto per la sostituzione dell’amministratore delegato dell’Anas Massimo Simonini. Il cambio al vertice sarebbe stato deciso da giorni ma si aspetterebbe solo il momento giusto per formalizzare il cambio. Per ora non si conosce il nome del suo successore ma sembrerebbero chiari i motivi di questa scelta: aver fatto sostanzialmente il proprio lavoro ed aver eseguito le direttive dell’esecutivo. Così in Italia capita che se fai il tuo dovere paghi come già successo con la presidenza dell’Agenzia del Demanio. In quell’occasione fu imposta politicamente Alessandra Dal Verme, cognata dell’ex presidente del consiglio ed attuale commissario Ue all’Economia, per silurare il bravo Antonio Agostini. Sempre in quella tornata di spoil system fu sostituito solo il numero uno del Demanio, mentre i direttori delle Agenzie delle Entrate e delle Dogane furono confermati. Sono i misteri della politica italiana.

La colpa, a quanto pare, di Massimo Simonini, attuale numero uno dell’Anas, sarebbe quella di aver speso soldi su cui non ha mosso un dito: una presunta accusa, pesante, ma sembra, invece, una scusa per sostituirlo con qualche ‘personaggio’ più gradito nei palazzi del potere. Per certi versi ricalca il film visto sulla sostituzione di Agostini solo che all’ex numero uno del Demanio forse veniva imputato di aver lavorato bene, fin troppo bene. Sono cose che succedono solo in Italia.

La vicenda Simonini. Il problema per l’attuale numero uno dell’Anas riguarda due vie di collegamento: la Ragusa-Catania e la Orte Mestre. Simonini sarebbe finito nell’occhio del ciclone per dei “rimborsi facili” versati dall’Anas all’imprenditore Vito Bonsignore. Però questo ‘accordo’ pubblico privato deriva da decisioni dei governi Conte I e Conte II preso con l’ok della giunta siciliana. Il primo collegamento viario autostradale era affidato in concessione alla Sarc mentre al Ministero spettava il controllo. Ma a causa degli oneri finanziari e i ritardi del governo, nel luglio 2019 il MiT in contrasto con la volontà della stessa Sarc decide di passare all’Anas l’intera opera, rimborsando di circa 36 milioni di euro la concessionaria.

I detrattori di Simonini fanno intendere che invece sarebbe stato il vertice dell’Anas a stabilire contratto e stanziamento economico quando, invece, si è agito su indicazione dell’esecutivo. Non si discosta di molto la vicenda della Orte Mestre.

La vicenda potrebbe diventare grottesca semplicemente perché l’amministratore delegato dell’Anas ha fatto quello che gli è stato chiesto di fare dall’esecutivo. Non ha agito in modo autonomo scavalcando la catena decisionale, anche perché non avrebbe potuto farlo. Basti ricordare che il Parlamento, nel 2019 ha approvato nel milleproroghe la decisione di indennizzare i privati che uscivano dalla gestione autostradale: ora invece si contesta chi esegue le disposizioni legislative.

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