Amy Winehouse, bulimia tra le cause di morte

“Ciò che realmente l’ha uccisa è stata la bulimia. L’ha lasciata più debole e vulnerabile”. Alex Winehouse, fratello maggiore di Amy, si esprime sulle cause di morte della giovane artista. A due anni dal decesso emergono nuove rivelazioni dalle pagine di alcuni giornali inglesi.

Sembra che ne soffrisse da almeno dieci anni. “Molte delle sue amiche lo facevano. Si caricavano di cibo e poi vomitavano – racconta -, loro poi hanno smesso di farlo, ma Amy non si è mai veramente fermata”. Poi la tragedia di quel luglio 2011, nell’appartamento di Camdem Town. Gli esami hanno confermato l’abuso di alcool dopo un lungo periodo di astinenza: “Se non avesse avuto tale disturbo alimentare sarebbe stata fisicamente più forte”. Parole con le quali l’uomo intende risvegliare l’attenzione sulle cause e gli effetti, spesso sottovalutati, della bulimia.

Testimonianze che precedono l’apertura della mostra “Amy Winehouse: a family portrait”. L’esposizione, allestita presso il Jewish Museum di Londra, aprirà al pubblico il prossimo 3 luglio e permetterà ai visitatori di ammirare oggetti, collezioni e abiti di scena appartenuti alla cantante.

 

Riccardo Rapezzi

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