Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati e Piero Grasso, Presidente del Senato, in occasione del Convegno internazionale, promosso dalla Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa "La coscienza dell'Europa" I diritti umani tra giurisprudenza della Corte e legislazione nazionale, nel 65?? anniversario della firma della Convenzione europea per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libert?? fondamentali, Roma, 1?? dicembre 2015. ANSA/ PAOLO GIANDOTTI - UFFICIO STAMPA PRESIDENZA REPUBBLICA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

Altolà del Colle sulla legge elettorale, tempo scaduto è ora di farla

‘Il Parlamento provveda sollecitamente al compimento di due importanti adempimenti istituzionali: la nuova normativa elettorale per il Senato e per la Camera e l’elezione di un giudice della Corte costituzionale’, il monito è stato lanciato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un incontro avuto al Quirinale con il presidente del Senato, Pietro Grasso, e la presidente della Camera, Laura Boldrini. E la conferenza dei capigruppo di Montecitorio decide che la Legge elettorale approderà in Aula alla Camera l’ultima settimana di maggio, presumibilmente a partire dal 29 su richiesta di Pd e M5S.

La calendarizzazione nell’ultima settimana di maggio, viene spiegato al termine della capigruppo della Camera, è stata decisa tenendo conto dello stato dell’iter dell’esame in Commissione dove ancora non è stato presentato un testo base.  Non è stata inserita la formula ‘ove concluso in Commissione’, per cui il testo in Aula deve arrivare entro la data stabilita.

Una sollecitazione, quella del capo dello Stato, che anche il capogruppo del Pd, Ettore Rosato, definisce ‘giustissima’. ‘Il presidente della Repubblica ha ragione, sia sulla legge elettorale che sul giudice della Consulta. Non so gli altri, ma certamente per il Pd sono delle priorità. Già da oggi in capigruppo chiederemo la calendarizzazione di entrambe le questioni, cose su cui peraltro la presidente Boldrini da tempo è sensibile e attiva’. A lui fa eco il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda: ‘È una legge necessaria che vogliamo tutti e un Parlamento frammentato come l’attuale deve lavorare, faticare per riuscire ad ottenerla. Il Pd ha fatto le sue proposte. Prima il Mattarellum, ma con scarso successo”, poi ha proposto una nuova formulazione basata su due punti fondamentali: i collegi uninominali e un ragionevole premio di maggioranza. Mi  sembra siano buone basi per andare avanti verso l’approvazione di una nuova legge elettorale.

È necessaria una legge elettorale di stampo proporzionale che armonizzi i sistemi di Camera e Senato, senza capilista e premio di maggioranza. Una legge capace di rappresentare tutti gli orientamenti del Paese. È questo quello che il Paese si aspetta dopo gli obbrobri del Porcellum, dell’Italicum e dopo il fallimento dei sistemi maggioritari.

 Una formula elegante per far sapere che sarebbe più opportuno e auspicabile che le elezioni anticipate ci possano essere eventualmente solo dopo una riforma del sistema di voto. Ma non solo. Perchè in molti al Colle da tempo non nascondono la preoccupazione che dopo l’estate la possibilità di un accordo tra le forze politiche possa diventare ancora più problematica. E la scadenza naturale della legislatura è in ogni caso vicinissima: di fatto già a Natale, dopo una Finanziaria che si annuncia durissima, si aprirebbe comunque una lunga campagna elettorale.

E’ quindi da irresponsabili lasciare il Paese con due sistemi così diversi e con alti rischi di incostituzionalità. In più Mattarella, nella sua nota, ha piantato un altro paletto, anch’esso dal taglio molto politico: l’elezione del giudice mancante della Corte costituzionale. Si tratta della sostituzione di Giuseppe Frigo, in quota Forza Italia.

E’ evidente che la palla torna interamente al Pd che,   soprattutto se Renzi cercherà di spingere l’acceleratore sul voto dopo l’estate, dovrà dipanare la matassa e trovare un accordo al ribasso. La linea del Quirinale sul voto anticipato non è cambiata. Meglio la fine naturale della legislatura, ma non ci sarà nessun accanimento terapeutico. Le elezioni anticipate non sono un tabu’ e anzi, in casi particolari sono la via maestra anche se si tratta di una scelta molto seria, disse il capo dello Stato nel messaggio di fine anno. Ma prima servono regole chiare perche’ gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volonta’. E oggi, dopo mesi, queste regole non ci sono. Senza leggi elettorali omogenee per Camera e Senato rimane troppo alto il rischio di ingovernabilità.

Insomma, la lettura del monito del Colle è aperta. Certamente la forza del richiamo è proporzionata all’attesa: Sergio Mattarella aspetta da ben quattro mesi qualcosa di concreto e ancora oggi sul piatto non c’è nulla. Basta ‘rinvii’, concorda la presidente della Camera Laura Boldrini dopo l’incontro con Mattarella: ‘Ho pienamente condiviso la sollecitazione che il Presidente ha voluto oggi rivolgere al Parlamento, per il tramite del Presidente Grasso e mio, affinché si arrivi rapidamente ad una nuova legge elettorale. Ai Presidenti di gruppo ho chiesto che la scadenza fissata nella capigruppo, non subisca ulteriori rinvii. Si tratta di rispettare le attese dell’opinione pubblica e il ruolo stesso dell’istituzione parlamentare’.

Matteo Renzi si sfila dalla legge elettorale: ‘Sulla legge elettorale tocca a quelli del No.Io ho perso la poltrona perché volevo un sistema più semplice. Se io fossi rimasto a Palazzo Chigi, rilassato, più calmo, senza voler cambiare il sistema istituzionale, oggi sarei ancora a Palazzo Chigi. Oggi ho l’impressione che i partiti non ne vogliono sapere di riformare la legge elettorale’. Renzi aggiunge che oggi, come lui aveva preventivato in caso di vittoria del no, ‘siamo alla palude, al pantano. Il punto centrale è che bisogna iniziare a dire che quelli che hanno vinto il referendum, quelli del no, devono fare una proposta. Ragazzi, dite cosa volete. La sindrome del ‘vai avanti tu che ci scappa da dire’, deve finire. Quello che è chiaro è che io sono minoranza’.

 

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