L’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato in commissione Affari Istituzionali un disegno di legge destinato ad affiancare la Finanziaria principale. Come si legge sul Giornale di Sicilia, questo nuovo testo fungerà da “contenitore” per le norme e gli emendamenti che non possono essere inseriti nella manovra principale, al fine di snellire il processo legislativo e ridurre il rischio di impugnative da parte del governo nazionale. Il presidente della commissione, Ignazio Abbate, ha spiegato che la decisione di mettere al voto questo disegno di legge, prima o contestualmente alla Finanziaria principale, spetta al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno.
Formalmente, il disegno di legge approvato sfrutta alcune particolarità procedurali per aggirare i vincoli che impedirebbero l’introduzione di nuove norme al di fuori della Finanziaria o del bilancio fino a gennaio. Il testo, preparato mesi fa ma mai votato, recupera alcune norme della prima Finanziaria 2024 impugnate dal governo nazionale, riproponendole in una forma corretta. L’approvazione è avvenuta con i soli voti del centrodestra.
Attualmente, il disegno di legge contiene sette articoli che sbloccano norme in sospeso da mesi a causa di precedenti impugnative. Tra queste, la più rilevante riguarda l’eliminazione di un vincolo per i forestali, consentendo al governo di impiegarli nello spegnimento degli incendi. Le altre norme hanno un impatto politico minore. Tuttavia, come sottolineato da Giuseppe Lombardo, deputato di opposizione, il vero scopo di questa manovra è quello di creare uno spazio per emendamenti che altrimenti non troverebbero posto nella Finanziaria principale, in particolare quelli di natura ordinamentale o a vantaggio dei territori di elezione dei deputati.
Questa “Finanziaria parallela” potrebbe quindi accogliere le norme meno cruciali, evitando che eventuali impugnative compromettano l’intera manovra finanziaria. Resta da valutare l’effettivo peso di questo disegno di legge, considerando che la Finanziaria principale ha già accumulato centinaia di emendamenti durante l’esame nelle varie commissioni.
L’approvazione del disegno di legge parallelo ha riacceso il dibattito sulla norma, presente nella Finanziaria di gennaio, che prevedeva sussidi o posti di lavoro per le donne vittime di violenza e i figli di vittime di femminicidio. Impugnata dal governo nazionale per problemi di copertura finanziaria e potestà legislativa, la norma avrebbe potuto essere ripristinata grazie alle correzioni inserite nel disegno di legge in questione. Tuttavia, nella versione approvata, tali correzioni sono state cancellate, lasciando gli aiuti alle vittime di violenza ancora bloccati. Abbate ha suggerito di reinserire la norma nella Finanziaria principale, seguendo le indicazioni del Ministero dell’Economia. L’Ars si trova ora a dover votare due distinte Finanziarie.