Foto Mauro Scrobogna/LaPresse 28-11-2023 Roma (Italia) - PD, mancata proroga del mercato tutelato dell'energia - Nella foto: la segretaria PD Elly Schlein durante la conferenza stampa convocata d'urgenza per fare il punto sulla mancata proroga del mercato tutelato dell'energia nel decreto appena varato dal governo November 28, 2023 Rome (Italy)- Politics - PD, failure to extend the protected energy market - In the photo: PD secretary Elly Schlein during the press conference urgently called to take stock of the failure to extend the protected energy market in the decree just passed by the government

All’appuntamento referendario area riformista contro la Schlein: ‘Non voteremo i 3 quesiti sul lavoro’

Europarlamentari e deputati dell’area riformista del Pd spiegano perché scaricheranno Elly Schlein sull’appuntamento referendario. La segretaria c’ha messo la faccia, convertita sulla via di Landini, e ora si trova alle prese con l’ammutinamento di mezzo partito deciso a non votare i quesiti sul lavoro.

“L’8 e il 9 giugno andremo a votare. Non solo perché è un diritto/dovere costituzionale, ma perché la partecipazione è il cuore di una democrazia. Voteremo sì al referendum sulla cittadinanza, che risponde alle attese di milioni di persone, discriminate nei loro diritti. E sì al quesito sulle imprese appaltanti, in un paese con una intollerabile strage quotidiana di morti sul lavoro”. Così   il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, la vicepresidente dell’Europarlamento Pina Picierno, l’europarlamentare Giorgio Gori, le deputate Marianna Madia e Lia Quartapelle e il senatore Filippo Sensi: Ma non voteremo gli altri 3 quesiti, perché la condizione del lavoro in Italia passa dal futuro. Non da una sterile resa dei conti con il passato”.

Insomma il progetto di demolire il Jobs Act non passa. Gli ex renziani del Nazareno non ci stanno e voteranno no. Dopo la defezione della segretaria nazionale della Cisl e la libertà di voto della Uil arriva la spallata interna del Nazareno. Anche sui referendum le opposizioni procedono in ordine sparso: il Pd arriva all’appuntamento spaccato a metà, Calenda voterà no, Bonelli e Fratoianni vanno per conto proprio votando 5 sì, Conte è per 4 sì e un no. Altro che  unitari, come vorrebbe Elly Schlein. La madre di tutte le battaglie per dare la spallata al governo Meloni si rivela una Caporetto annunciata.

Sul lavoro la posizione della minoranza interna è netta, i disobbedienti non esitano a parlare di “simulacro fuori tempo”. “Servirebbe – dicono – la legge sul salario minimo, negata dalla destra, a tutela della fascia più bassa delle retribuzioni. Ciò che non serve è invece agitare un simulacro fuori dal tempo. Con un dibattito che distrarrà l’attenzione dai veri problemi. Oltre a creare divisioni in campo progressista e sindacale”. Mentre Matteo Renzi se la ride parlando di ‘autogol di Landini’,  i riformisti dem ricordano agli smemorati del partito che il Jobs Act è una “misura introdotta 10 anni fa proprio dal Partito democratico. Oggi è lo stesso Pd che, rispondendo alla sollecitazione della Cgil, sconfessa invitando a votare ‘sì’ ai quesiti”. La sfida alla segretaria è lanciata: “La condizione del lavoro in Italia passa dal futuro, non da una sterile resa dei conti col passato”. Più chiaro di così. E chissà quale sarà la vendetta di Elly alla quale spetta la compilazione delle liste delle politiche 2027.

Luca Telese travolto da Mara Carfagna in uno scontro al fulmicotone sul tema dei referendum. Mentre la segretaria di Noi moderati mette al centro temi politici su cui riflettere – i quesiti sul lavoro, la spaccatura del fronte sindacale – il conduttore e scrittore la butta sui morti sul lavoro, accusando il governo Meloni. Ma Carfagna non lo consente e lo travolge. “Sei simpatico, ma fai il tribuno, fai i comizi”. Carfagna segnala la spaccatura clamorosa del fronte sindacale sui referendum. Così come la spaccatura nel Pd, che all’epoca del Job’Act approvò i vari articolati: “Io trovo significativa la spaccatura nel sindacato, con la leader della Cisl che addirittura si esprime per l’astensione; considerando il referendum lo strumento meno adeguato per incidere sulle questioni del lavoro; che sono profondamente cambiate rispetto a 20 anni fa”. Il botta e risposta avviene nello studio di David Parenzo a L’Aria che tira su La7. A un certo punto Telese decide di fare un uso politico delle vittime sul lavoro e dei tragici eventi di Brandizzo.  “Voi non fate le leggi, non cambiate i quorum”, ha detto Telese, tentando di buttarla in caciara.

Di qui l’affondo con l’accusa di strumentalizzare i morti per fini polemici: “Sei uno sciacallo, Vergogna”. Carfagna infatti sbugiarda Telese mettendo sul piatto la politica dei fatti, quella del governo. Che per la sicurezza sul lavoro ha investito eccome. Telese ti informo che “ammontano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse messe in campo dall’esecutivo per aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro”. La leader di Noi Moderati ha tentato di far tornare la memoria al suo interlocutore che proseguiva imperterrito ad accusare. Per la cronaca, insieme all’Inail, sono stati reperiti altri 650 milioni di euro per mettere in campo nuove misure concrete. Che insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse stanziate soprattutto per la prevenzione. Ma da quell’orecchio Telese non vuol sentire e tenta di darle sulla voce. Ma non gli riesce, Carfagna gliele canta: “Fai polemica tirando in ballo i morti“.

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