Alessandro Preziosi è Vincent Van Gogh dal 26 novembre al 1° dicembre Teatro Vascello, Roma

Teatro Vascello Roma

Dal 26 novembre al 1° dicembre 2019

martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 21 – sabato ore 19 – domenica ore 17

Vincent Van Gogh L’odore assordante del bianco

di Stefano Massini

con Alessandro Preziosi, Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi, Vincenzo Zampa

scene e costumi Marta Crisolini Malatesta, disegno luci Valerio Tiberi, Andrea Burgaretta

musiche Giacomo Vezzani, supervisione artistica Alessandro Preziosi

regia Alessandro Maggi

una coproduzione Khora.teatro, TSA Teatro Stabile d’Abruzzo

prodotto da Alessandro Preziosi, Tommaso Mattei, Aldo Allegrini

personaggi e interpreti

Vincent Van Gogh            Alessandro Preziosi

Dottor Peyron                   Francesco Biscione

Theo Van Gogh                Massimo Nicolini

Dottor Vernon-Lazàre       Roberto Manzi

Gustave                           Alessio Genchi

Roland                             Vincenzo Zampa

Voce Vincent bambino      Davide Piccirillo

Testo vincitore del Premio Pier Vittorio Tondelli Riccione Teatro 2005                                                                                                    

Le austere e slavate pareti di una stanza del manicomio di Saint Paul. Come può vivere un grande pittore in un luogo dove non c’è altro colore che il bianco? È il 1889 e l’unico desiderio di Vincent è uscire da quelle mura, la sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andarlo a trovare. Attraverso l’imprevedibile metafora del temporaneo isolamento di Vincent Van Gogh in manicomio, interpretato da Alessandro Preziosi, lo spettacolo è una sorta di thriller psicologico attorno al tema della creatività artistica che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Il testo vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “…scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva” (dalla motivazione della Giuria) firmato da Stefano Massini con la sua drammaturgia asciutta ma ricca di spunti poetici, offre considerevoli opportunità di riflessione sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell’artista nella società contemporanea. Sospensione, labilità, confine: la scrittura di Massini, nella sua galoppante tensione narrativa, offre la possibilità di una vera e propria indagine in quei luoghi, accidentati e mobili, soggetti interni di difficile identificazione, collocati nel complesso meccanismo della mente umana. Il serrato dialogo, sottinteso, tra Van Gogh e suo fratello Theo, propone non soltanto un oggettivo grandangolo sulla vicenda umana dell’artista, ma piuttosto ne rivela uno stadio sommerso. “Van Gogh – sottolinea Alessandro Preziosi – assoggettato e fortuitamente piegato dalla sua stessa dinamica cerebrale si lascia vivere già presente al suo disturbo. È nella stanza di un manicomio che ci appare. Nella devastante neutralità di un vuoto”. E dunque, è nel dato di fatto che si rivela e si indaga la sua disperazione. Il suo ragionato tentativo di sfuggire all’immutabilità del tempo, all’assenza di colore alla quale è costretto, a quello strepito perenne di cui è vittima cosciente, all’interno come all’esterno del granitico “castello bianco” e soprattutto al costante dubbio sull’esatta collocazione e consistenza della realtà.

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