Al via l’esame della legge elettorale, Boschi gela la minoranza Pd: “No a modifiche”

Nulla cambia, almeno per ora, nel Pd sul destino dell’Italicum. La maggioranza del partito resta ferma sulla posizione di Renzi e del voto in Direzione e la minoranza insiste per riaprire il confronto nel merito. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, presente alla prima riunione della commissione Affari costituzionali della Camera ribadisce la posizione del governo: “La Direzione ha deciso, ha già dato un indirizzo. Per noi la legge è corretta, funziona, va bene, non ha necessità di modifiche”. Una chiusura che non sorprende la minoranza, che ha diffuso il testo della lettera a Renzi promossa da Area riformista, priva della firma del capogruppo Speranza, e che ha raccolto un’ottantina di adesioni. Si vedrà nei prossimi giorni se ci sarà la possibilità di riaprire un confronto nel merito, come chiede la minoranza, soprattutto per quel che riguarda i capilista bloccati e il premio di maggioranza. Intanto, la commissione ha scelto i relatori, che saranno il presidente Francesco Paolo Sisto e Gennaro Migliore; fissato il termine per la presentazione degli emendamenti e il mandato al relatore, rispettivamente il 17 e il 23 o 24 aprile, prima che il testo approdi in aula il 27 di questo mese. Il governo boccia quindi qualsiasi modifica all’Italicum e l’iter della riforma elettorale alla Camera inizia con un nuovo muro contro muro dentro il Pd, che sarà risolto la prossima settimana in una Assemblea di gruppo nella quale il voto determinerà la posizione ufficiale a cui tutti dovranno attenersi. L’Italicum è stato incardinato in Commissione Affari costituzionali della Camera, con il relatore Francesco Paolo Sisto che ha illustrato i profondi cambiamenti introdotti in seconda lettura al Senato, rispetto al testo licenziato il 13 marzo 2014 dalla Camera. Entro il 17 aprile, dunque, il Pd dovrà trovare un punto di caduta, cosa che avverrà in una Assemblea del Gruppo che si terrà tra il 13 e il 15 aprile. La prossima settimana dunque l’Assemblea del Gruppo voterà la posizione ufficiale a cui i deputati dovranno attenersi. Se qualcuno della minoranza non vorrà votare in Commissione, dove siedono tutti i big come Pier Luigi Bersani, Rosi Bindi, Gianni Cuperlo, Barbara Pollastrini, Alfredo D’Attorre ed altri, a favore dell’Italicum, probabilmente si farà sostituire, perché le delegazioni delle Commissioni devono rappresentare la posizione del Gruppo. Ma una volta in Aula la musica cambierà e la minoranza rivendicherà l’assenza del vincolo di mandato, chiedendo libertà di coscienza e puntando per di più sul voto segreto su alcuni emendamenti, permesso dal Regolamento della Camera su alcuni punti delle leggi elettorali.

 

 

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