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Entro fine del mese sarà avviata in Italia la prima fabbrica di cannabis terapeutica. Sorgerà all’interno dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e una volta a pieno regime produrrà circa 100 chili di cannabis all’anno, quanto necessario per coprire il fabbisogno nazionale stimato e per limitare le importazioni dall’estero che nel 2014 sono state di 56 chilogrammi. Il progetto pilota nasce dall’accordo siglato il 18 settembre scorso tra il Ministero della Difesa e quello della Salute, che prevede apunto la produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di cannabis «nell’esclusivo interesse della collettività nazionale per la cure di patologie gravi e altamente invalidanti, come la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica, il glaucoma, le malattie neoplastiche, tutte patologie nelle quali i preparati a base di cannabis sembrano essere molto efficaci e con un rapporto rischio-beneficio nettamente a favore di quest’ultimo», si legge sul sito dello Stabilimento, un centro d’eccellenza per la produzione dei cosiddetti farmaci orfani o difficilmente reperibili. Si inizierà prima con una produzione sperimentale, poi con il mullaosta di Aifa e Ministero della Salute entro l’estate dovrebbe partire la produzione vera e propria con una serra da 50 metri quadri fino ad allargarsi sempre di più in un’area di 600 metri quadrati, anche se per ottenere la capacità produttiva totale bisognerà aspettare almeno la fine del 2016, hanno precisato i miliatari. In Italia sono 600-900 mila i pazienti che potrebbero usufruire della cannabis terapeutica e che oggi si curano attraverso le importazioni dei preparati dall’Olanda, a un costo di 30-75 euro al grammo. Il costo del preparato prodotto in Italia, invece, secondo le stime, sarebbe molto inferiore, pari a 15 euro al grammo.
