Al via a Roma il salotto culturale e letterario ‘Il dessert delle Muse’

Il ciclo di incontri ‘Il dessert delle  Muse’, promosso dalla Fondazione Ugo Spirito-Renzo De  Felice, dal Comitato 10 Febbraio e dall’Associazione Ideco,   parte l’8 novembre con una serata dedicata   alle figure di Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse.  Gabriele  Marconi e Filippo Sallusto presenteranno i loro libri, ‘Le Stelle  Danzanti’ (Special Edition per il Comitato 10 Febbraio) e ‘Eleonora  Duse e le donne di Cultura Fiorentina’,   nell’ambito della serata ‘L’Amore e l’Ardire’.  Le serate dei ‘dessert delle Muse’ tentano di ridare vita al  novecentesco salotto culturale o caffè artistico, nel quale poter  incontrarsi, dibattere con gli autori e godere di arte, teatro,  letteratura, storia e, perché no, soddisfare anche il palato con un  gustoso dessert. Il tutto, nella nuova sede della Fondazione Ugo  Spirito, nel cuore dei Parioli. Gli ingressi sono gratuiti, con libera offerta per il sostegno delle Istituzioni promotrici. ‘Eleonora Duse e le donne di Cultura Fiorentina’, è incentrato sulla figura di Eleonora Duse. La  Duse  è stata tra le più importanti attrici teatrali italiane della fine dell’Ottocento e degli inizi del Novecento,  simbolo indiscusso del teatro moderno. I temi che la Duse trattava attraverso le sue interpretazioni  erano quelli  rappresentativi della società borghese dell’epoca: denaro, sesso, famiglia, matrimonio e ruolo della donna. Ne usciva il ritratto di una società perbenista ma in realtà ipocrita, luccicante nella vetrina ma marcia nella sostanza, egemonizzata dal dio-denaro regolatore di ogni rapporto umano. Il  repertorio della Duse era moderno e di forte richiamo e andava dal verismo della Cavalleria rusticana di Giovanni Verga, ai drammi di Victorien Sardou e Alexandre Dumas figlio, che facevano parte anche del repertorio della grande attrice francese Sarah Bernhardt. Entrambe furono le due più grandi attrici dell’epoca, separate e contrapposte da una forte rivalità. Nel 1882 a Roma Eleonora  incontra per la prima volta Gabriele D’Annunzio, allora trentenne.    Compare davanti alla Duse e  le propone, con il suo personale stile, di congiungersi con lui.  D’Annunzio era uscito dalla penombra del corridoio del ‘Teatro Valle’ di Roma,  dove La Duse era in scena con ‘La signora delle camelie’,  urlando con entusiasmo:  ‘O grande amatrice!’. La Duse lo guardò in modo spaventato e proseguì.  Ha inizio quindi una comunicazione epistolare.  Nel giugno 1892 D’Annunzio scrive una dedica (Alla divina Eleonora Duse) su un esemplare delle sue ‘Elegie romane’. Dal libro nasce in Eleonora il desiderio di un incontro con l’autore. Il tempestoso legame sentimentale e artistico che si stabilì tra l’attrice e il giovane poeta durò una decina d’anni, e contribuì in modo determinante alla fama di D’Annunzio. Eleonora Duse, già celebre e acclamata in Europa e oltre oceano, portò infatti sulle scene i drammi dannunziani (Il sogno di un mattino di primavera, La Gioconda, Francesca da Rimini, La città morta, La figlia di Iorio), spesso finanziando le produzioni e assicurando loro il successo e l’attenzione della critica anche fuori dall’Italia. Ciò nonostante, nel 1896 D’Annunzio le preferì Sarah Bernhardt per la prima rappresentazione francese de ‘La ville morte’.  Gabriele D’Annunzio, all’anagrafe d’Annunzio, nome con cui usava firmarsi, dal 1924 Principe di Montenevoso, è stato, come è noto,  uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del Decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale. Soprannominato il ‘Vate’, cioè ‘poeta sacro, profeta’, cantore dell’Italia umbertina, occupò una posizione preminente nella letteratura italiana e nella vita politica.  Noto   il ‘Vate’ per  il temperamento sanguigno, la passione per le donne e la disinvoltura nel contrarre debiti, che portarono la famiglia da una condizione agiata a una difficile situazione economica. Gli fu chiesto in un’intervista di quando ebbe sentore del suo genio. La risposta fu semplice e secca: ‘In Francia, quando senza un soldo riuscii ad ottenere un milione di franchi di credito…’. Gli anni trascorsi a Roma,  in   particolare con  l’ ambiente culturale e mondano,   contribuirono alla creazione del suo stile raffinato e comunicativo, alla sua visione del mondo e costituirono il nucleo centrale della sua poetica. Il grande successo letterario arrivò  con la pubblicazione del suo primo romanzo, ‘Il piacere’,   incentrato sulla figura dell’esteta decadente che  inaugura una nuova prosa introspettiva e psicologica che rompe con i canoni estetici del naturalismo e del positivismo dell’epoca.  Venne presto a crearsi attorno a D’Annunzio un vasto pubblico condizionato non tanto dai contenuti, quanto dalle forme e dai risvolti divistici delle sue opere e della sua persona, un vero e proprio star system ante litteram, che lo stesso scrittore contribuì a costruire meticolosamente. Egli inventò uno stile immaginoso e appariscente di vita da grande divo, con cui nutrì il bisogno di sogni e di misteri, di vivere un’altra vita, di oggetti e comportamenti-culto che stava connotando in Italia la nuova cultura di massa.  Dopo essersi sposato e separato, cominciò, come si diceva, una relazione epistolare con la celebre attrice Eleonora Duse, con la quale ebbe inizio la stagione centrale della sua vita. Si conobbero personalmente e subito scattò l’amore. Per vivere accanto alla sua nuova compagna, D’Annunzio si trasferì a Firenze, nella zona di Settignano, dove affittò la villa ‘La Capponcina’,   trasformandola in un monumento del gusto estetico decadente. Conduceva all’epoca la ‘vita del signore rinascimentale’. Sono in questi anni che si situa gran parte della drammaturgia dannunziana, piuttosto innovativa rispetto ai canoni del dramma borghese o del teatro, dominanti in Italia, e che non di rado ha come punto di riferimento la figura attoriale della Duse, nonché le sue migliori opere poetiche, la gran parte delle ‘Laudi’, e tra queste, il vertice e capolavoro della poesia dannunziana, l’Alcyone. La relazione dell’artista con Eleonora Duse è stata celebrata a Firenze in un modo molto originale. Alla nascita del quartiere fiorentino di Coverciano,  sorto proprio ai piedi della villa dannunziana di Settignano, due importanti arterie stradali della zona vennero inaugurate in memoria dei famosi amanti, prevedendo inoltre un incrocio tra queste vie. La relazione con Eleonora Duse si incrinò nel 1904, dopo il tradimento con Alessandra di Rudiní,  e la pubblicazione del romanzo ‘Il fuoco’, in cui il poeta aveva descritto impietosamente la loro relazione. ‘Le stelle danzanti’, romanzo di Gabriele Marconi,   nasce dalla volontà di recuperare la conoscenza di una pagina di storia, quella dell’impresa Fiumana, troppo a lungo erroneamente interpretata. Un inconsueto e suggestivo dialogo capace di emozionare il visitatore e portarlo ad una più profonda comprensione della più autentica tensione ideale e culturale dell’Impresa. L’avventura fiumana va dall’irredentismo all’arditismo, passando per i movimenti culturali e arrivando al suo ultimo atto che è la modernissima ‘Carta del Carnaro’. Un’impresa impregnata di spirito rivoluzionario che partorisce una costituzione avanguardistica con un insieme di innovazioni artistiche, sociali e culturali. L’Impresa fiumana,  spiega l’autore,   fu un sogno condiviso e realizzato. Uno slancio d’amore che non ha eguali nella storia. D’annunzio fu l’interprete ispirato di quello slancio, il Comandante, il Vate che guidò quella straordinaria avventura, ma protagonisti assoluti furono i tantissimi giovani che, disertando o scappando da casa, si riversarono nella città irredenta e là rimasero per oltre un anno. L’età media dei  soldati che, da soli o a battaglioni interi, parteciparono all’Impresa fu di ventitré anni. Il simbolo di quell’esperienza straordinaria furono le stelle dell’Orsa Maggiore, che nel nostro cielo indicano la Stella Polare. Il ‘Comitato 10 Febbraio’, che prende il nome dal Giorno del Ricordo dei martiri delle Foibe, ha come scopo quello di aiutare i più giovani a non dimenticare e di conservare la millenaria cultura italiana delle terre dell’Adriatico Orientale. Per non dimenticare è fondamentale che i più giovani studino la storia con le sue luci e le sue ombre, con le contraddizioni e le vergogne, perché è proprio agli studenti di oggi che è dato il compito di non dimenticare mai più e di riattaccare le pagine strappate dal grande libro della storia nazionale. ‘L’Amore e l’Ardire’  si terrà martedì 8 novembre, alle ore 21, presso la  sede della Fondazione Ugo Spirito-Renzo De Felice e del Comitato 10  Febbraio a Roma, in piazza delle Muse 25. Presenta Carla  Cace, giornalista e scrittrice, membro dell’Esecutivo Nazionale del Comitato 10 Febbraio. Tra i suoi scritti ricordiamo: ‘Foibe ed esodo. L’italia negata’, ‘Foibe, martiri dimenticati’, ed altri.

Roberto Cristiano

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