Al Teatro Brancaccino di Roma, l’8 e 9 marzo, ore 20, in scena ‘Il generale’ di Emanuele Aldrovandi

Al Teatro Brancaccino di Roma, 8 e 9 marzo, ore 20,  in scena ‘Il generale’   di Emanuele Aldrovandi.  Segnalazione speciale per la nuova drammaturgia al Premio Calindri 2010. Testo vincitore del Premio Fersen alla drammaturgia 2013.
Selezionato dal Teatro Stabile del Veneto per Racconti di guerra e di pace 2015, con Ciro Masella, Giulia Eugeni, Eugenio Nocciolini, scena Federico Biancalani luci Henry Banzi, costumi Micol J. Medda/Federico Biancalani/Ciro Masella. suoni Angelo Benedetti cura di Julia Lomuto riprese Nadia Baldi regia Ciro Masella

Dopo essere stata vittima di numerosi attacchi terroristici, una potenza mondiale invade militarmente un piccolo stato considerato responsabile degli attentati, ma il generale che comanda la ‘missione di pace’ si comporta, fin dal suo arrivo, in modo imprevisto: chiuso fra le quattro mura del suo ufficio impartisce al sottoposto ordini apparentemente contraddittori che in un parossismo di distruzione portano all’annientamento del suo stesso esercito.

Il testo affronta alcuni temi centrali dell’attuale situazione internazionale, come il terrorismo, o il presunto ‘scontro di civiltà’, e racconta con linguaggio tragicomico il paradosso di un pacifista che sceglie di sconfiggere la violenza della guerra con una violenza ancora più cieca, estrema e radicale.

Segnalazione speciale per la nuova drammaturgia al Premio Tragos 2010 con la seguente motivazione: ‘Per la capacità di affrontare in chiave grottesca e ironica il tema sempre attuale della guerra, presente in varie zone del globo, evidenziandone follie e assurdità; per la dinamicità dell’azione e la realizzazione di dialoghi ben condotti attraverso un linguaggio scarno ed efficace’.

Dal 2010 al 2016 il testo ha avuto varie fasi di studio ed è stato riscritto diverse volte, vincendo nel frattempo il Premio Fersen 2013 e venendo selezionato nel 2015 dal Teatro Stabile del Veneto per una serie di letture incentrate sul tema della guerra.

Nel 2016, nella sua versione definitiva, debutterà con la regia di Ciro Masella.

Ciro Masella, dopo Francesco Niccolini e una lunga frequentazione con la drammaturgia di Stefano Massini, affronta un altro autore contemporaneo, il giovane ma già pluripremiato e apprezzatissimo Emanuele Aldrovandi, in un testo che ha già ricevuto diversi riconoscimenti ma non è mai stato rappresentato in forma completa, solo in lettura scenica. Aldrovandi affrontando ne ‘Il Generale’ alcuni temi centrali dell’attuale situazione internazionale, come il terrorismo, o il presunto ‘scontro di civiltà’, e raccontando con linguaggio tragicomico il paradosso di un pacifista che sceglie di sconfiggere la violenza della guerra con una violenza ancora più cieca, estrema e radicale, prosegue e affina ancora di più la sua indagine sull’essere umano e le sue contraddizioni.

Una potenza mondiale invade militarmente un piccolo stato, ma il generale che comanda la ‘missione di pace’ si comporta, fin dal suo arrivo, in modo imprevisto: chiuso fra le quattro mura del suo ufficio impartisce al sottoposto ordini apparentemente contraddittori che in un parossismo di distruzione portano all’annientamento del suo stesso esercito. Un annientamento feroce e definitivo, a tinte comicamente macabre.

Il testo racconta con linguaggio tragicomico il paradosso di un pacifista che sceglie di sconfiggere la violenza della guerra con una violenza ancora più cieca, estrema e radicale.

Segnalazione speciale per la nuova drammaturgia al Premio Tragos 2010 con la seguente motivazione: ‘Per la capacità di affrontare in chiave grottesca e ironica il tema sempre attuale della guerra, presente in varie zone del globo, evidenziandone follie e assurdità; per la dinamicità dell’azione e la realizzazione di dialoghi ben condotti attraverso un linguaggio scarno ed efficace’.

Il testo ha inoltre vinto il Premio Fersen alla drammaturgia nel 2013, e non è mai stato rappresentato, se non in forma di lettura scenica e di studio. Debutta quindi in Prima Assoluta Nazionale, il lavoro di uno degli autori più interessanti e premiati del nostro teatro: Emanuele Aldrovandi riesce a costruire una macchina perfetta, astratta ma fortemente evocativa, di una lucidità e ferocia chirurgiche, che svergogna la pretesa superiorità strategica e intellettuale della cosiddetta e autoproclamata ‘civiltà superiore’ e denuncia senza mezzi termini l’assurdità e la ferocia di ogni guerra, da qualunque parti ci si trovi. Un testo scritto nel 2010 ma che con schiacciante attualità racconta il nostro ‘presente più presente’, che risulta oggi più che mai attuale, necessario, doloroso. Aldrovandi usa le armi dell’ironia per indagare i meandri più oscuri dell’agire umano, per entrare in profondità nelle contraddizioni dell’umano sentire e agire, e ci regala un meccanismo complesso e raffinatissimo, un congegno perfetto.

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