Al Teatro Trastevere di Roma, al 1 al 4 febbraio, in scena ‘Sono tutti mio cugino’, diretto da Dario Aggioli

Al Teatro Trastevere di Roma

ultimo appuntamento con

‘Traste-Storie’,  Rassegna di Spettacoli e Performance dedicati al
Teatro di Narrazione e Memoria:

dal 1 al 4 febbraio 2018

‘Sono tutti mio cugino’
a cura di Associazione Quinta Parete / Teatro Forsennato
diretto da
Dario Aggioli
con Enrico Lombardi e Dario Aggioli
con la partecipazione video di Silvia Razzoli
Ideato da
Dario Aggioli e Enrico Lombardi

L’unico telefono del paese, in una casa dove non mancavano mai due fette di salame e un bicchiere di lambrusco per i passanti. Una casa con 12 figli, una casa di lavoratori, una casa che era una
famiglia, in un paese che era una famiglia. Ora qualcosa si è perso ma ciò che rimane è la festa del paese di tutti, dove il paese, la casa, i 12 figli e i loro figli lavorano per
costruire il passato. Una festa, una casa, un paese in cui ovunque ti giri  ‘Sono Tutti Mio Cugino’.

‘Sono Tutti Mio Cugino’è uno spettacolo che attraverso i racconti di una famiglia e di una festa di paese, racconta ciò che abbiamo dimenticato, cose che nel passato abbiamo lasciato che ora ricerchiamo.

L’idea nasce dalla visione della Festa dell’Agricoltura di Corneto, un piccolo paese dell’appenino emiliano, che conta poco più di 200 abitanti, ma che raccoglie un pubblico enorme di gente, e soprattutto tra gli organizzatori moltissimi componenti della famiglie che nel tempo hanno lasciato il paese. Tutti tornano a Corneto per dare gratuitamente una mano e guardandosi intorno ci si accorge di essere tutti parenti.

‘Sono Tutti Mio Cugino’ è uno spettacolo che parla di condivisione, un termine che ora vuol dire mostrare agli altri qualcosa, invece che viverla assieme. Ora si condivide un’immagine per avere insieme a distanza delle emozioni, senza vedere negli occhi chi sta vivendole con noi, senza stare nella stessa stanza. Prima si condivideva un’esigenza, un desiderio e persino il telefono. Nella casa della famiglia protagonista del racconto c’era l’unico telefono del paese, dove la gente riceveva e faceva telefonate.

Sul palco una cabina telefonica funzionante, dove gli spettatori potranno farsi chiamare; e come nella famiglia protagonista dello spettacolo, che rispondeva alle chiamate di tutto il paese e andava a cercare il compaesano, l’attore risponderà al telefono e accoglierà sul palco lo spettatore interessato, interrompendo e allo stesso tempo diventando parte dello spettacolo.

Cosa abbiamo perso? Cosa ci manca?
Cosa siamo contenti di aver perso?

Teatro Trastevere via Jacopa de’ Settesoli 3, 00153 Roma
lun-sab: 21:00 / dom: 17:30

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