Al Teatro Eliseo di Roma in scena ‘Uno, nessuno e centomila’, dal 15 febbraio al 2 marzo, con regia di Andrea Baracco

 

Pensato e in parte scritto già nel 1912, il romanzo ‘Uno, nessuno e centomila’ è, secondo l’autore siciliano, da considerarsi ‘la sintesi completa di tutto ciò che ho fatto e la sorgente di quello che farò’.

Vitangelo Moscarda è un uomo comune, che conduce una vita agiata grazie alla banca ereditata dal padre, usuraio. Un giorno, la sua tranquillità viene turbata da un innocente commento pronunciato dalla moglie riguardo alle sue fattezze fisiche. Da quel momento, la vita del protagonista cambia completamente. Egli si rende conto di apparire, agli occhi degli altri, molto diverso da come si è sempre percepito; non sa più chi è, né per se stesso né per gli altri, e decide quindi di scoprirlo. Nel farlo, si diverte a scomporre le varie immagini di sé, cioè le immagini che gli altri hanno di lui, compiendo una serie di azioni che lo faranno apparire ai loro occhi pazzo. Sfratta una famiglia di affittuari per poi donare loro una casa; decide di volersi sbarazzare della banca ereditata dal padre; arriva ad essere violento nei confronti della moglie. Gli altri, e la moglie stessa, davanti alle sue azioni decidono di volerlo interdire. Gli resta fedele in un primo momento solo un’amica della moglie che, poco dopo però, spaventata dalle sue oscure e bizzarre riflessioni sulla vita, arriva addirittura a sparargli.

Vitangelo Moscarda, il cui ‘io’ è alla fine completamente frantumato nei suoi centomila ‘io’, si trova d’un tratto, spogliato di tutto; solo, con le sue considerazioni sulla vita. Costretto a investire i soldi ricavati dalla liquidazione della banca in un ospizio per poveri, e costretto ad andare lì a viverci, egli si ritrova lontano da tutto e da tutti. Ricerca un po’ di pace nella fusione totalizzante, e quasi misticheggiante, con la natura; un mondo in cui egli prova ad abbandonare tutte le ‘maschere’ che la società gli ha fino a quel momento imposto.

Note sull’adattamento teatrale

La potenza di Uno, nessuno e centomila di Pirandello è enorme. La sua lingua, il pensiero filosofico, il processo di questo pensiero. E di fronte ad una materia così potente, scritta tra l’altro da un uomo di teatro, si cerca di capire quale possa essere l’operazione più giusta, oggi, da fare. La mia azione in questo caso è stata quella di tradurre una materia letteraria in una materia teatrale; operando attraverso la sintesi e la semplificazione, anche linguistica, ho provato a dare voce al protagonista nel suo rapporto con un pubblico, e non con un lettore. Sono rimasta il più possibile ancorata a ciò che accade al protagonista e a ciò che lui fa accadere in seguito ai suoi tormentosi pensieri, ossia alla sua storia. Una storia di decostruzione che non è solo lui a raccontare, come nel romanzo. Una storia che anche gli altri personaggi raccontano con lui, pur vivendo solo all’interno del suo punto di vista, diventando così frammenti di un incubo in cui il protagonista sprofonda e muore per poi, come lui stesso dirà alla fine, ‘rinascere, non più in sé, ma in ogni cosa fuori’. 

Maria Teresa Berardelli

Note di regia

– Che fai?

– Niente, mi guardo qua, dentro il naso.

– Credevo ti guardassi da che parte ti pende.

– Mi pende? A me? Il naso?

Quando gli fu chiesto di commentare il disagio di Moscarda, Pirandello rispose: ‘La realtà, io dico, siamo noi che ce la creiamo: ed è indispensabile che sia così. Ma guai a fermarti in una sola realtà; in essa si finisce per soffocare, per atrofizzarsi, per morire. Bisogna invece, variarla, mutarla continuamente, continuamente mutare e variare la nostra illusione’.

Uno, nessuno e centomila è un romanzo frammentario, che procede per salti temporali e spaziali, che trova la propria coerenza e armonia nel primissimo piano che l’autore fa del proprio protagonista, Vitangelo Moscarda.

Un primo piano sempre più ravvicinato, serrato, quasi perturbante e che sembra restituirci i tratti di uno dei soggetti dei quadri di Lucian Freud, in cui il trascorrere della vita ha lasciato il proprio segno. Le pelli sono molli, i volti solcati dal trascorrere del tempo, il corpo consumato, quasi logorato dallo sguardo degli altri. Negli occhi di chi ci osserva risiede il nostro personale inferno, sembra dirci, neanche troppo velatamente, l’usuraio Moscarda.

Uno nessuno e centomila, sembra essere più un’avventura mentale che un romanzo come si è abituati ad intenderlo, più un’ipotesi di romanzo che un romanzo vero e proprio; quasi un quaderno di appunti sulle crudeltà dell’esistenza.

Un lungo monologo, intervallato da battute di dialogo, riferimenti diretti al lettore e repliche a fittizi, a volte immaginari, interlocutori. Vitangelo Moscarda è una specie di ‘clown sentimentale’, è un protagonista ingombrante, onnipresente, ossessivo, una specie di filosofo saltimbanco che sa perfettamente alternare la tirata complessa al lazzo, la capriola funambolica alla posa da attore tragico.

Andrea Baracco

TEATRO ELISEO

Eliseo ragazzi

Giovedì 15, venerdì 16, martedì 20 febbraio e venerdì 2 marzo ore 10.30

Giovedì 22 e giovedì 1 marzo ore 17.00

Mercoledì 21 e mercoledì 28 febbraio ore 20.00

Uno, nessuno e centomila

Tratto dal romanzo di Luigi Pirandello

Adattamento teatrale Maria Teresa Berardelli

Con

Francesco Sferrazza Papa

Melania Genna

Luca Terracciano

Musiche Giacomo Vezzani

Video Luca Brinchi e Daniele Spanò

Elementi scenici Marta Crisolini Malatesta

Regia Andrea Baracco

Produzione e distribuzione Khora.teatro

Biglietteria tel. 06.83510216

Giorni e orari: lun. 13 – 19, da martedì a sab 10.00 – 19.00, dom 10 – 16

Via Nazionale 183 – 00184 Roma

Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it

Call center Vivaticket: 892234

Prezzo per le scuole: 12 €

Prezzi per famiglie: Bambini 8 €, Adulti da 11 € a 15 €

 

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