Al Mercadante di Napoli, va in scena in tre rappresentazioni: ‘Donna Matilde Serao’, la contemporanea

Al Ridotto del Mercadante di Napoli, una Serao ancora più determinata nella sua lucida e cruda denuncia dei mali endemici di una città in ginocchio 

 

Quanto è attuale la figura di Matilde Serao? Molto a detta di tanti, in primis Luca De Fusco, direttore dello Stabile-Teatro Nazionale di Napoli, che ha deciso di dedicare alla co-fondatrice del quotidiano napoletano ‘Il Mattino’, primo direttore donna di un giornale in Italia, dalla penna pungente – più temuta che amata ai suoi tempi – ben tre spettacoli della rassegna su teatro e letteratura, con l’interessante ciclo ‘Matilde Serao e il Ventre di Napoli’, una proposta che già in partenza sembra piacere al pubblico partenopeo, che ha applaudito con vigore la prima pomeridiana.

I tre appuntamenti raccontano una realtà inevitabilmente ed incontrovertibilmente  disperata, e convergono in una fedele visione pessimista. Tre allestimenti scenici diretti da Fortunato Calvino, Fausto Nicolini, Alberto Massarese con protagonista l’attrice Chiara Baffi Seguono a quelli che hanno prima approfondito le figure di Annamaria Ortese, Raffaele La Capria, Giuseppe Patroni Griffi, Enzo Striano, accendendo nuove riflessioni e fertili dibattiti.

Nelle motivazioni alla sua scelta, De Fusco ad apertura della conferenza stampa nel foyer del Mercadante, ha spiegato che i tre lavori dedicati a Donna Matilde costituiscono l’ennesimo tentativo illuminista, fatto stavolta da una donna impavida, di dare ordine al caos e uscirne sconfitta: ‘Ieri come oggi’.

Una scommessa sulla capacità degli spettatori di recepire un messaggio nel messaggio, coglierne l’essenza e l’invito più i meno tacito ad una fattiva presa di coscienza che possa innescare il mutamento in ciascuno.

È una promessa mantenuta, che feci ad Alessandro Barbano, direttore de ‘Il Mattino’, durante le celebrazioni organizzate dal quotidiano per la Serao,  ha ripetuto De Fusco con religiosa puntualità anche subito dopo.

Il progetto attualmente in scena sul palcoscenico del Ridotto, propone tre titoli: ‘Serao’, fino al 28, testo di Maricla Boggio, che delinea un’immagine ben definita della giornalista e scrittrice di denuncia: quella di una donna determinata, battagliera e coraggiosa, dalle idee moderne e spiccatamente aperte al sociale ed all’antropologico   Sicuramente dalle idee antesignane, ed in pratica rivoluzionarie, se si considera che a quei tempi tempi il voto era riservato soltanto agli uomini ed il ruolo della donna era alquanto circoscritto o, per meglio dire, ingabbiato nelle maglie di una società altamente discriminatoria nella concretezza .

La regia è affidata a Fortunato Calvino, mentre ad interpretare la Serao – personaggio assolutamente principale, che durante tutto lo spettacolo risponde ad una intervista fiume che delinea i tratti di una realtà partenopea afflitta e misera, illusa e sudicia, disperata e dolente, anche fastidiosamente gretta – è Chiara Baffi.

Sul palcoscenico del Ridotto, insieme a lei due allievi della scuola dello Stabile diretta da Mariano Rigillo: Emanuele D’Errico e Gilda Cerullo. Le scene sono di Renato Lori e Gilda Cerullo; i costumi di Alessandra Gaudioso; le luci di Renato Esposito; i video di Alessandro Papa.

Il testo sulla Serao è di Maricla Boggio che accende i riflettori su di una figura femminile dura e decisa, nel pubblico come in un privato fatto di accettazione dei continui tradimenti, peraltro pubblici e scandalosi, da parte di Scarfoglio,  fortemente contemporanea.

È un quadro crudo, nella sua drammaticità, che sollecita inevitabilmente confronti continui con la realtà attuale e conduce a considerazioni poco confortanti, legate ad un immobilismo che sovrasta da secoli le sorti della città, minandone ancora le operosità alla base, avvilendo la ripresa, condizionando le speranze e la volontà di un popolo abituato ad arrangiarsi da secoli, che affida ancora frequentemente – fin troppo frequentemente – il suo presente ed il prossimo futuro alla sorte e punta sul Lotto tutti i suoi averi – procurati nelle maniere più svariate e discutibili, anche prestati ‘a strozzo’ – per ritrovarsi più straccione e disperato di prima.

Quel Lotto che Matilde Serao attacca con sdegno, immorale ma consentito perché riempie le tasche dello Stato a discapito dei cittadini più deboli, che si nutrono di illusioni, di una speranza remota che possa cambiare all’improvviso il corso di un’esistenza miserabile da sempre, miserabile da generazioni, male storico della Città e del Sud.

Un popolo benevolo finché pensa di avere una possibilità di vittoria, pronto ad insultare con lingua tagliente quelli stesso orfanello del serraglio, prescelto come consuetudine per estrarre i fatidici numeri, allorquando non peschi quelli giusti.

Come se un innocente potesse avere colpa delle disgrazie altrui e dell’infamità della sorte. Ma è comodo capro espiatorio di una violenza sommersa, pronta ad esplodere all’improvviso in modo inappropriato ed ingiusto, figlio della disperazione.

È un popolo vittima di un sistema diabolico ed allo stesso tempo artefice della sua ‘mala ciorta’ perché complice delle sue stesse illusioni, quello che si presenta allo spettatore non meridionale. Diversa almeno in parte, la considerazione da parte di chi conosce e vive Napoli e le piaghe che l’affligono tutt’oggi.

Donna Matilde sul palcoscenico denuncia questi mali, senza fare sconti a nessuno, fedele alla sua storia di giornalista, di scrittrice, di donna.

La platea recepisce il messaggio e riflette, premiando così, al di là delle parole e delle critiche più o meno positive, le intenzioni della produzione e del regista  Gli altri due titoli, pure interpretati da Chiara Baffi, sono in calendario dal 15 al 25 febbraio, per la regia di Fausto Nicolini, il secondo; dall’8 al 18 marzo, il terzo, diretto da Alberto Massarese; rappresenteranno ‘Il Ventre di Napoli’, il famoso romanzo-pamphlet in cui la giornalista con con puntualità e determinazione, nel pieno del suo vigore giornalistico originale, descrive con piglio sicuro e denuncia cinicamente il degrado urbano, civile ed economico di una città che soffre e fa soffrire, protesa verso un’Europa ancora più lontana in quanto irraggiungibile  Una Napoli costretta ad un ruolo subalterno giacché la sua gente è incapace di rinunciare al proprio destino e ai propri limiti.

Scene e costumi di questi altri due spettacoli sono a cura degli studenti dell’Accademia di Belle Arti partenopea.

‘È stato grazie a Barbano e al Mattino che ho scoperto la Serao; e per darle volto in scena ho pensato subito a Chiara Baffi, che ha nelle proprie corde l’afflato della passione e quello del sentimento’,  ha raccontato  il direttore ed ha aggiunto: ‘È una sua sorella più bella, sottolinea Nicolini, ricordando che Matilde non era certo bella ma possedeva grande fascino. quello che non abbandona le membra stanche, con il suo pionieristico piglio barricadero e critico, primo direttore donna di un giornale in Italia, amica della Duse e di d’Annunzio, nemica della corruzione politica’.

Mentre Calvino si interroga: ‘Cosa racconterebbe della Napoli di oggi questa creatura così attenta e appassionata?’   Se, scrivendo a cavallo tra Ottocento e Novecento, ci ha aiutato a comprendere meglio la sua epoca, farebbe altrettanto ai nostri tempi.

La battagliera Serao oggi denuncerebbe le nostre ulcere, Gomorra, le baby gang, quei fenomeni che si radicano nell’abbandono in cui langue l’infanzia…

Serao della Boggio sarà un viaggio nella memoria di una città madre e matrigna, e viaggio nella vita della Serao. Da quando, bambina, si rifiutava di studiare,   a 7 anni non sapeva né leggere né scrivere, come sottolinea lo stesso Calvino,   fino al successo e alla candidatura al Nobel, negatole per pregiudizi politici. Intelligenza e intuito sono gli aspetti suoi che come regista più mi preme di mostrare Alla prima parte del ‘Ventre di Napoli’, è dedicato invece l’impegno di Nicolini, figlio di un giornalista, stretto collaboratore di Giuseppe Patroni Griffi.

Di Matilde ricorda: ‘A 28 anni, rivolgendosi al presidente del consiglio Depretis, la Serao scrisse articoli che composero una inchiesta giornalistica sul degrado della città e dei suoi miserabili, vittime delle epidemie e delle lusinghe irrazionali di un San Gennaro o di un gioco come il Lotto, sacrificate sull’altare della speculazione quando la casta dominante mostrò di opporsi al degrado con il Risanamento’. Questi elementi hanno ispirato il suo contributo al ciclo. Nicolini ha immaginato una donna convinta delle sue idee che con il fiuto e l’impeto di una veterana di redazione sbandiera invettive ai clienti di un bar, quelli che frequentava con Scarfoglio e D’Annunzio, dialogando poi con la musica proposta da un posteggiatore (interpretato da Federico Odling)  Per la seconda parte del Ventre di Napoli ho lavorato su due piani narrativi; il primo legato al corpo dell’attrice narrante, l’altro basato su immagini da me riprese assieme a una troupe nei luoghi citati dal testo. Il risultato è un ibrido che fonde teatro e video installazione, e consentirà un paragone tra la città della Serao e la nostra,   rivela Massarese, figlio d’arte: il padre è docente, regista e autore Massarese è evidentemente appassionato dall’impresa Serao così come è appassionato di cinema ed ancora di più della rischiosa impresa di fondere il cinema con il teatro, che lo vede da tempo all’opera, con devozione  e grande dispendio di energie, anche in America, con lavori prodotti dalla Kennedy.

SERAO: 18 > 28 gennaio

di Maricla Boggio

regia Fortunato Calvino

con Chiara Baffi, Emanuele D’Errico, Dario Rea

scene Renato Lori e Gilda Cerullo

costumi Alessandra Gaudioso

disegno luci Renato Esposito

video Alessandro Papa

assistente alla regia tirocinanteAntonella Di Baia

direttore di scena Nicola Grimaudo

tecnico luci Carmine Pierri

IL VENTRE DI NAPOLI – prima parte: 15 > 25 febbraio

di Matilde Serao

regia Fausto Nicolini

con Chiara Baffi

e le musiche dal vivo di Federico Odling

scene e costumi a cura degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

Cattedra di Scenografia – Prof. Luigi Ferrigno

Cattedra di Costume per lo spettacolo – Prof.ssa Zaira de Vincentiis

IL VENTRE DI NAPOLI – seconda parte: 8 > 18 marzo

di Matilde Serao

regia Alberto Massarese

con Chiara Baffi

scene e costumi a cura degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

Cattedra di Scenografia – Prof. Luigi Ferrigno

Cattedra di Costume per lo spettacolo – Prof.ssa Zaira de Vincentiis

Produzione Teatro Stabile Napoli – Teatro Nazionale

Teresa Lucianelli

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