Al Mercadante di Napoli in scena “La neve del Vesuvio”

Con lo spettacolo La neve del Vesuvio interpretato e diretto da Andrea Renzi dal 12 al 17 maggio al Ridotto del Mercadante di Napoli, si chiude il ciclo degli allestimenti scenici tratti dalle opere di Raffaele La Capria della rassegna L’armonia perduta. Pubblicato nel 1988, vincitore del Premio Grinzane Cavour 1989, La neve del Vesuvio ripercorre in 11 capitoli gli anni della prima infanzia e dell’adolescenza di Tonino, nella Napoli dell’era fascista. Non volevo evocare,  annota lo scrittore,  sul filo della memoria gli episodi o i ricordi di un’infanzia irripetibile, né volevo reinventarmi il mondo simbolico-fantastico di un bambino entrando nel suo immaginario; mi interessavano invece quei momenti in cui, mentre la vita scorre inavvertita, avviene per caso e all’improvviso la scoperta di un verità che ti tocca nel profondo e resta poi radicata nell’animo per sempre. Ne La neve del Vesuvio,  dichiara l’attore e regista Andrea Renzi, lo stile di La Capria raggiunge un vertice di nitore, semplicità e trasparenza. Gli eventi di questo piccolo romanzo di formazione sono le scoperte conoscitive che vanno formando la coscienza di Tonino: da quando scopre di vivere nel tempo a quando scopre di essere uno e distinto e passa dalla pura sensazione alla parola. Una voce adulta racconta il suo sentire bambino e nel tessere il filo del passato e le figure che accompagnano la sua crescita,   la madre, il padre, il professor Haberstumpfs,  gradualmente Tonino si stacca dal suo mondo infantile e acquisisce la consapevolezza della perdita dell’infanzia e della sua totalità di visione. La voce di La Capria è una musica inconfondibile, ricchissima di infinite sfumature, di umorismo, di acutezze, di sottintesi, di indolenze, di malinconie, di colori. La sfida è darle corpo, abitare quelle parole, indagare i pensieri che vi sono dietro per portare dalla pagina all’oralità alcuni di questi straordinari racconti. La neve del Vesuvio, una neve fugace e meravigliosa come l’infanzia, ci spinge con leggerezza verso un essenziale contatto con la nostra parte infantile, una rara esperienza di equilibrio tra grazia e ragione, tra fantasia e verità. Le scene dello spettacolo sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Zaira de Vincentiis, il disegno luci di Gigi Saccomandi.  La produzione è del Teatro Stabile di Napoli.

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