Manifestazione lavoratori Air Italy a Olbia durante evento Airport Run nello scalo Costa Smeralda chiuso per lavori

Air Italy: si avvicina la cig dall’1/9, ma si tratta ancora

Il percorso per arrivare alla firma dell’accordo sulla cassa integrazione di 10 mesi per i 1.453 lavoratori di Air Italy è avviato, ma la strada è costellata di ostacoli. E’ quanto emerso nel primo confronto tra azienda e sindacati, rigorosamente in video conferenza per l’emergenza Covid. La società in liquidazione, che ha riavviato l’iter per il licenziamento collettivo, è propensa a far scattare la cig, ma precisa che la cessazione dell’attività non viene messa in discussione. Le organizzazioni sindacali, invece, sollecitano le istituzioni perchè non venga disperso il patrimonio professionale del settore aeronautico. Così il faccia a faccia si è chiuso con un rinvio a mercoledì 26 agosto alle 15, sempre via web. Air Italy vuole chiudere in tempi stretti e anche le sigle premono per una soluzione che passi attraverso politiche attive del lavoro, quindi con una prospettiva occupazionale per i lavoratori.
“Sebbene l’azienda abbia confermato non solo la volontà di sottoscrivere l’accordo di Cigs per dieci mesi ma di volerla attivare fin dall’1 settembre, nel contempo ha posto alcune condizioni di fatto inaccettabili – spiega Arnaldo Boeddu, segretario generale della Filt Cgil Sardegna – Condizioni che oltre ad essere irricevibili, lederebbero i diritti individuali dei lavoratori garantiti dalla legislazione vigente e dallo stesso contratto nazionale. Il voler porre la condizione che dopo dieci mesi di Cigs si interromperebbe ‘sic et simpliciter’ il rapporto di lavoro per 1.453 dipendenti di Air Italy senza tener minimamente contro che in tutto questo periodo ci potrebbero essere delle manifestazioni di interesse da parte di altri vettori e/o società interessate a rilevare tutto o parte delle attività della compagnia, è incomprensibile ed inaccettabile”.
Da parte sua, il segretario regionale della Uiltrasporti, William Zonca, ha ribadito con forza “che bisogna salvaguardare le prospettive per i dipendenti. Serve l’intervento delle Regioni e del Ministero per mettere in campo politiche attive in vista del ricollocamento dei lavoratori e valutare eventuali altri soggetti industriali interessati a rilevare la compagnia”.

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