“Stiamo vincendo l'Aids in Africa, non fermiamoci!”. E’ l’appello lanciato dall'organizzazione umanitaria italiana Cesvi che, in occasione della Giornata Mondiale di lotta all’Aids che si celebra domani, ricorda che l’obiettivo del millennio rimane quello di fermare il progresso della malattia e avere zero nuove infezioni entro il 2015.
Gli ultimi dati diffusi da Unaids, il programma delle Nazioni Unite sull'Hiv/Aids, rileva il Cesvi, “sono confortanti e dimostrano che gli sforzi degli ultimi anni non sono stati vani: il tasso di nuove infezioni è stato ridotto del 50% in 25 Paesi a basso e medio reddito tra il 2001 e il 2011, e i decessi sono calati del 25% dal 2005. Tuttavia vi sono ancora: 34 mln di sieropositivi di cui 3,3 mln di bambini, 2,5 mln di nuovi infetti all'anno, 1,7 mln di decessi l’anno”. E’ quindi importante non fermarsi ora: l’Aids, infatti, continua a rimanere la pandemia che miete più vittime al mondo, malgrado la sopravvivenza assicurata dalle cure oggi disponibili. E sono 6,8 mln le persone che avrebbero diritto ai trattamenti, ma non ne hanno accesso per scarsità di risorse. Cesvi dal 2001 è impegnato nella cura e nella prevenzione dell’Hiv/Aids con il progetto ‘Fermiamo l’Aids sul nascere’ in Zimbabwe, Congo e Sudafrica. Anche quest'anno le attività di sensibilizzazione e di lotta alla pandemia sono sostenute da una campagna di raccolta fondi (SMS solidale al 45508 fino al 21 dicembre), grazie alla quale Cesvi potrà fornire terapie farmacologiche per ridurre la trasmissione del virus da mamma sieropositiva a neonato, assicurare assistenza medica ai malati di Aids, attivare programmi di assistenza alimentare-psicologica e di lotta all'esclusione sociale per gli orfani dell'Aids.
Cesvi continua la sua attività di sensibilizzazione anche in Italia, perchè i numeri non permettono di abbassare la guardia: si contano infatti 150mila persone affette da Hiv, quasi tutti adulti e circa un terzo donne.
(Fonte Ansa)