Agrigento capitale della Cultura ma alla proclamazione erano assenti il ministro Giuli e il governatore Schifani

Agrigento è stata proclamata Capitale italiana della Cultura nel 2025. Questo prestigioso riconoscimento, oltre al premio in denaro di un milione di euro, accenderà i riflettori sull’intero territorio. Il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni promuoverà la cultura come caposaldo della crescita individuale e comunitaria.

Al circolo della stampa estera a Roma, alla presentazione di Agrigento Capitale della Cultura non ci sono ne il ministro il Ministro Alessandro Giuli ne il Presidente della Regione Renato Schifani. E dire che proprio dal Ministero e regione arrivano i soldi, da una parte quelli che il Ministero ha fato alla fondazione che si occupa degli eventi, dall’altro quelli che la regione investe per vie diverse, soprattutto attraverso il parco archeologico.

A Palermo si pensa ad inviare un commissario ad acta per gestire i lavori, gli appalti, l’immagine. Da Roma si registra freddezza. E tutta questa freddezza era presente in conferenza stampa fra imbarazzo e qualche battuta come quella del sindaco Francesco Miccichè “Non ho avuto nessun contatto diretto col Presidente della regione” ammette e poi si nasconde dietro la presenza dell’assessore regionale ai beni Culturali Francesco Scarpinato.

Sabato 18 gennaio arriva Mattarella ma piove nel teatro
“Siamo in grado di farcela e il tempo ci darà ragione” dice a margine della stessa conferenza stampa il sindaco Miccichè. ma la prossima sfida è dietro l’angolo. Sabato 18 gennaio arriva il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. sarà lui ha inaugurare l’anno di Agrigento capitale della Cultura ma lo farà proprio nel teatro delle polemiche, il teatro Pirandello. Domenica scorsa pioveva sul palco mentre la Jazz orchestra del conservatorio Arturo Toscanini di Ribera e il pianista Enrico Pieranunzi si esibivano. Non è una novità, ad Agrigento lo sanno tutti.

Il presidente della fondazione teatro Luigi Pirandello, Alessandro Patti, ha spiegato lunedì scorso che il problema è noto al comune di Agrigento e vi sono in corso dei lavori per rendere impermeabile la copertura.

La reazione del Presidente della regione Renato Schifani, era stata chiara: “Non possiamo permettere che una situazione così grave, con infiltrazioni d’acqua che rischiano di compromettere la cerimonia inaugurale della Capitale italiana della Cultura 2025, rimanga irrisolta”, ha detto il governatore. “Siamo pienamente consapevoli della problematica e, come già comunicato, era stato già avviato un intervento di impermeabilizzazione della copertura dello stabile, con una squadra specializzata in edilizia acrobatica attiva da una settimana”, ha assicurato la Fondazione che gestisce il teatro.

Il sindaco Miccichè dice: “Noi andiamo avanti, siamo ben felici di andare avanti e sicuramente i fatti ci daranno ragione e penso che saremo di nuovo tutti assieme. Io rispetto chi sta sopra di me, ma penso che non ne abbiamo bisogno. È già da un anno che lavoriamo – spiega – e siamo in dirittura d’arrivo. Penso che non ne abbiamo bisogno”.

I progetti di Agrigento 2025
Oltre 44 i progetti già inseriti nel dossier di candidatura a cui si aggiungono altre straordinarie iniziative proposte da tutte le istituzioni culturali del territorio. Un programma culturale ricco e un messaggio: “Lasciati abbracciare dalla cultura”.

La Valle dei Templi, percorsa ogni anno da oltre un milione di turisti, accoglierà i visitatori con la sua storia millenaria e questa è una certezza. Il programma prevede poi concerti, mostre, e nuove installazioni di arte contemporanea che si alterneranno nei luoghi simbolici della Valle e nel centro storico di Agrigento. Spettacoli, workshop, incontri, itinerari, arte, performance, prodotti della creatività e modalità innovative di fruizione e visite di luoghi accessibili e riaperti per l’occasione accompagneranno i visitatori verso nuovi approdi per riscoprire l’essenza delle relazioni fra il sè, l’altro e la natura ispirati della bellezza unica del territorio agrigentino.

“Ci dobbiamo aspettare un anno di grandi attività, di presenze di artisti per tutto l’anno. Sarà un anno in cui Agrigento e il territorio si trasformeranno in un laboratorio aperto per fare in modo che tutto ciò che sarà realizzato quest’anno non sarà un calendario di eventi ma un processo che continuerà nel tempo”, sottolinea il direttore generale della Fondazione Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, Roberto Albergoni che è positivo e propositivo.

Per l’assessore ai beni Culturali della Regione Francesco Scarpinato “La nomina di Agrigento a capitale italiana della cultura premia non solo la città, ma il progetto di valorizzazione di uno dei territori più ricchi del Mediterraneo, culla di culture differenti che ancora oggi dialogano insieme. Agrigento va letta in controluce soffermandosi sui templi, sul teatro che sta venendo pian piano alla luce, sulle abitazioni e sulle ville antiche che riemergono dall’oblio del tempo. È un unico filo che collega la maestosità della Valle ai tanti siti minori a cui dedichiamo attenzione continua: sarà un anno bellissimo, in cui racconteremo al mondo il nostro lavoro e il nostro sogno di una Sicilia contemporanea che fa tesoro del suo passato ma guarda al futuro”.

‘Agrigento Capitale della Cultura non sia solo polemiche. Occorre cogliere una occasione importante e non sprecarla facendosi de male da soli’. E’ la sintesi del pensiero di Fabio Granata, storico Assessore ai Beni Culturali in Sicilia, autore delle leggi sui Parchi Archeologici e sulla Soprintendenza del Mare, attualmente Presidente di Articolo Nove e responsabile nazionale delle politiche culturali del Movimento Indipendenza che interviene proprio su Agrigento Capitale di Cultura.

“Abbiamo tutti gioito per la proclamazione di Agrigento a Capitale Italiana di Cultura per il 2025. In particolare per me è stata un gioia doppia poiché fondamentale in tale riconoscimento è stato il Parco Archeologico, da me istituito con la legge 20 del 2000 e reso autonomo” dice Fabio Granata. “Un Parco che da allora non ha mai smesso di crescere in organizzazione e numero di visitatori, fino a rappresentare uno dei siti culturali più amati e visitati dai viaggiatori sull’intero territorio nazionale”.

“Per questo bisogna fermare subito una sorta di masochistica “cupio dissolvi” che sembra caratterizzare quella che doveva, e deve ancora essere, una stagione straordinaria per l’immagine del Patrimonio culturale siciliano. Mettiamo da parte ogni polemica e aiutiamo Agrigento a dare di sé la migliore immagine possibile, senza lacerazioni ma con una attenta azione di promozione e organizzazione culturale all’altezza del Patrimonio materiale e immateriale siciliano, rimediando a qualche scivolone iniziale e aiutando la nostra Capitale di Cultura a esprimere il meglio. Sarebbe facile lasciarsi andare a critiche e ironie: bisogna invece mettersi a disposizione della Città per raddrizzare le sorti di un riconoscimento che può ancora essere importante per la grande cultura Siciliana”.

“Nel cinquantesimo anniversario della nostra Autonomia sui beni culturali, non presteremo il fianco a chi vuole demolirla, ma chiediamo al Governo Regionale e all’Assessore Scarpinato di mettere tutti nella condizione di sostenere questa “buona causa”. Si colga questa occasione per “ripensare” il nostro sistema della Cultura, aprendo alle migliori energie per la gestione dei nostri Parchi e dei nostri Musei, coinvolgendo i giovani archeologi formati nelle nostre Scuole superiori di Siracusa e Palermo alla gestione e valorizzazione del Patrimonio, chiamando a raccolta i sette siti Unesco Siciliani, trovando le risorse per nuove fondamentali assunzioni nei Beni Culturali”.

“In una parola, si pensi meno a spendere in eventi effimeri e passerelle e si investa su Ricerca, formazione e rapporto con le Università. Solo così si potrà dare forte significato ad Agrigento Capitale Italiana di Cultura 2025, determinando un “lascito” importante per il nostro smagliante Heritage”.

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