Dalla commissione Arge Alp, le ricette per valorizzare la montagna Nella foto: raccolta mele nella Valle del'Adige Trento 16 novembre 2001 (foto Romano Magrone)

Agricoltura, Coldiretti: “6 italiani su 10 hanno l’hobby della zappa”

Più di sei italiani su dieci (63%) con la zappa in mano dedicano parte del tempo libero alla cura di verdure e ortaggi. Lo annuncia Coldiretti sottolineando che cresce il popolo degli hobby farmers negli orti, nei giardini ed anche nei balconi. I dati arrivano dallo studio della Coldiretti/Ixe’ dal titolo ‘ll ritorno del Contadino style’ presentato nella più grande fattoria mai realizzata nel centro storico di una città a Milano al Castello Sforzesco con #stocoicontadini della Coldiretti dove sono in azione i tutor della zappa nella grande area allestita ad orti, fiori e giardini #stocoicontadini.”Se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso – sottolinea la Coldiretti – la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione. Un bisogno di conoscenza che è stato colmato con il passaparola e con le pubblicazioni specializzate, ma che ora ha favorito la nascita della nuova figura del tutor dell’orto che la rete degli orti urbani di Campagna Amica mette a disposizione”.

“Gli italiani si dedicano al lavoro nell’orto nei giardini e nei terrazzi privati, ma anche nei terreni pubblici o nelle aziende agricole con il comune denominatore che – sostiene la Coldiretti – è la passione per il lavoro all’aria aperta, la voglia di vedere crescere qualche cosa di proprio, il gusto di mangiare od offrire a familiari od amici prodotti freschi, genuini e di stagione, ma anche in alcuni casi di risparmiare senza rinunciare alla qualità in un difficile momento di crisi”.L’investimento per realizzare un orto in giardino si può stimare, informa la Coldiretti, intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati per acquistare terra, vasi, concime, attrezzi, reti per limitare le piantine, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono alcune delle regole da seguire per ottenere buoni risultati. Numerose sono le possibilità per superare il problema dello spazio limitato: per piantare ortaggi e frutta dall’orto portatile a quello verticale, dall’orto “riciclabile” a quello in terrazzo.

“Senza dimenticare – aggiunge la Coldiretti – che mai così tante aree verdi sono state destinate ad orti pubblici nelle città capoluogo dove si è raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione ad uso domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo”.Secondo l’analisi della Coldiretti tuttavia le metropoli italiane hanno una ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, che va dagli appena 15,9 metri quadrati di verde urbano per abitante a Roma ai 17,2 di Milano fino a 21 di Torino. Una disponibilità inferiore a quella già bassa della media dei capoluoghi di provincia che è di appena 31,1 metri quadrati di verde urbano per abitante. Il verde urbano in Italia, precisa la Coldiretti, “rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di metri quadrati) sulla base dell’ultimo rilevamento Istat”.“In questo contesto è necessario qualificare il verde pubblico ma sono importanti anche interventi a favore di quello privato a partire da misure di defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi, cosiddetto “bonus verde” da realizzare con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo “nell’evidenziare il ruolo importante svolto nel combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi”.

Il settore florovivaistico Made in Italy, con un valore della produzione attorno ai 2,5 miliardi di euro, è uno dei settori di punta dell’economia agricola del nostro paese, alimenta un fortissimo indotto, afferente allo sviluppo di fattori di produzione, macchine, strutture, distribuzione, logistica, pubblicità, progettazione, assistenza tecnica, manutenzione ed altro ancora, contribuendo con 753,6 milioni di euro di esportazioni ed un saldo attivo negli scambi pari a circa 230 milioni di euro nel 2016, alla nostra bilancia commerciale. “Le imprese florovivaistiche italiane, impegnate nella coltivazione di oltre 2.000 specie vegetali, sono – conclude la Coldiretti – 30.000, con oltre 100.000 occupati”.

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