Aggressioni al corteo antifascista, chiusa la sede di CasaPound di Bari

In seguito alle aggressioni da parte di alcuni militanti di CasaPound ai manifestanti di un corteo antifascista organizzato lo scorso 21 settembre a Bari, le autorità hanno disposto la chiusura della sede del movimento di estrema destra. Tra le accuse quella di aver partecipato a pubbliche riunioni compiendo manifestazioni usuali del disciolto partito fascista. Le autorità temono ora possibili ripercussioni in seguito alla decisione fortemente contestata dai vertici di CasaPound.

 Nel corso dell’aggressione rimasero ferite tre persone. Le indagini compiute dalla Digos hanno portato alla luce diverse irregolarità. Tra le accuse quella di aver partecipato “a pubbliche riunioni, compiendo manifestazioni usuali del disciolto partito fascista e di aver attuato il metodo squadrista come strumento di partecipazione politica“.

Stando agli  investigatori, i militanti di CasaPound avrebbero agito in maniera premeditata mettendo in atto un “disegno criminoso giustificato dalla ideologia fascista“.

 Al momento gli inquirenti hanno iscritto trentacinque persone nel registro degli indagati. Indagati anche sette manifestanti antifascisti, accusati di violenza e minacce a pubblico ufficiale. In seguito all’aggressione subìta, infatti, i manifestanti del corteo antifascista e antirazzista hanno aggredito gli agenti di polizia prendendoli a calci e pugni nel tentativo di sfondare il cordone di sicurezza creato dagli uomini delle Forze dell’Ordine. 

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