L’assegnazione dei contratti di servizio con le agenzie di stampa diventa motivo di scontro politico. Le opposizioni, da Forza Italia alla Lega, passando per Fratelli d’Italia e Sinistra italiana, contestano,  sulla scia dell’appello della Federazione nazionale della stampa (Fnsi),  –la scelta del Dipartimento Editoria della presidenza del Consiglio di un bando di gara europeo, dopo l’incontro della settimana scorsa tra il ministro Luca Lotti,  che ha la delega all’editoria,  e le agenzie.

È Mariastella Gelmini, vice capogruppo di Forza Italia alla Camera, a farsi prima portavoce della protesta: ‘Una scelta grave e aberrante che penalizza l’informazione italiana e i livelli occupazionali dei giornalisti impegnati a mantenere una informazione parlamentare e politica Paese di qualità’. La dimensione occupazionale del settore è attualmente rappresentata da 830 giornalisti articolo 1 più 1.400 giornalisti collaboratori per un totale di 2.230 giornalisti e circa 800 lavoratori del settore poligrafico per un totale occupazione di oltre 3.000 lavoratori occupati nel settore giornalistico e poligrafico.

Il senatore  Lucio Malan attacca il governo chiedendosi se vuole mettere le news in mani straniere, probabilmente francesi. E ricorda che oggi le principali agenzie di stampa nazionali hanno nel contratto di servizio con Palazzo Chigi la loro principale entrata, ben sopra il 40% del fatturato, mentre in una gara europea avrebbe gioco facile un colosso come France Presse forte di un contributo governativo di 245 milioni (dodici volte in più dell’Ansa).

Contro  questi attacchi, tuttavia, il Pd e il governo sottolineano la necessità,  anzi l’obbligo di legge,   di una gara internazionale: ‘I bandi pubblici di una certa entità non possono che essere europei’.