Agenzie di stampa, bufera sulla gara europea

 Il caso  del bando di gara europeo per i contratti di servizio di Palazzo Chigi con le agenzie di stampa infiamma lo scontro tra Pd e Forza Italia. In ballo ci sono i 50 milioni di finanziamento e un settore, quello delle agenzie, che conta 2.230 giornalisti e 800 poligrafici. Dopo l’intervista a Qn, il capogruppo degli azzurri alla Camera, Renato Brunetta, torna alla carica: la gara non è obbligatoria, lo dice l’Anac.

Il riferimento  a un parere non vincolante espresso nel luglio scorso dall’Anticorruzione. Diversa l’interpretazione del governo, come ribadisce il senatore dem Stefano Esposito: ‘Come al solito Brunetta straparla e finge di non conoscere come stanno le cose. L’Anac ha spiegato come, non essendo di fronte a un prodotto che ha il carattere dell’esclusività, il bando è obbligatorio’, secondo il nuovo codice degli Appalti pubblici che attua le regole europee. Rincara Alessia Morani parlando di ‘sagra dell’ignoranza strumentale’. A questo punto volano gli insulti, con Brunetta che bolla entrambi come ‘faziosi e ignorantelli’.

Intanto, arrivano le interrogazioni parlamentari, una di Forza Italia e una dell’Idv che chiede al governo di escludere in via definitiva i contratti di servizio con le agenzie di stampa dai criteri di procedure di gare internazionali senza diritto di reciprocità per la salvaguardia degli interessi nazionali e la difesa dell’occupazione e della professionalità dei lavoratori e del pluralismo dell’informazione.

Dalla maggioranza, Gianni Sammarco (Ncd) pur riconoscendo l’obbligatorietà della gara chiede al governo azioni parallele per preservare il lavoro di tanti professionisti. Lo abbiamo fatto finora e continueremo a farlo, assicurano fonti di governo. La gara europea,  a questo punto, sembra un epilogo ineludibile.

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