epa05183841 An armed soldier stands guard during the party for Zimbabwean President Robert Mugabe's 92nd birthday held in Masvingo, Zimbabwe, 27 February 2016. The birthday bash in Masvingo in the south-east, near the historic site of the ruined city of Great Zimbabwe, is expected to cost about 800,000 dollars, according to state media. The celebrations will take place six days after the actual birthday on 21 February 2016 of Mugabe, one of the world's oldest heads of state, who has ruled the southern African country as prime minister and president since its independence from Britain in 1980. EPA/AARON UFUMELI

Africa, il traffico degli organi degli albini

Nascosti in un’isola in mezzo a un lago, al riparo da chi li vuole uccidere: per superstizione o per denaro. Vivono cosi’ gli albini di Ukerewe, che e’ l’isola piu’ grande del lago Vittoria, che a sua volta e’ il piu’ grande lago dell’Africa. Fa parte della Tanzania – anche se il Vittoria e’ per un pezzo sia del Kenya che dell’Uganda – ed e’ conosciuta per essere considerata “l’isola degli albini”. Razza a parte, gli albini, razza maledetta: in Tanzania, in Malawi, in Zambia e in Mozambico. “Figli della Luna” nati nel sospetto di chi li considera una sorta di demoni, o di esseri inesistenti. Se muoiono non devono essere sepolti, perche’ in molte credenze si dissolvono nell’aria: come spiriti immortali. Violentarli mette, in alcune credenze, al riparo dall’Aids. Ucciderli e smembrarli – e’ l’ultimo stadio dell’orrore – alimenta un commercio di amuleti e riti magici. Esiste un prezzario per un corpo intero, o per parti di esso. Esistono, e si tratta di un fenomeno orribilmente in crescita negli ultimi cinque anni, veri e propri cartelli che agiscono nel campo, muovendosi a cavallo delle frontiere degli stati della regione e sfuggendo alla giustizia. Le Nazioni Unite li hanno paragonati, non a caso, ai cartelli della droga dell’America Latina.

Diecimila albini nel solo Malawi rischiano cosi’ lo sterminio di massa. Sono la preda piu’ facile da prendere, non di rado sono venduti dalle stesse famiglie d’origine. Sempre, in questi casi, li attende la morte. Da parte loro le donne hanno un’alta probabilita’ di essere violentate perche’ si crede che il sesso con un albino possa curare l’HIV. Molti albini vengono uccisi da persone che pensano che le loro ossa contengano oro o abbiano poteri magici. Alcuni stregoni sostengono che gli amuleti prodotti con le ossa di un albino possano curare le malattie e portare grande salute a chi li indossa. E, se si e’ impegnati in politica o negli affari, sono la miglior strada per acquistare in poco tempo potere e ricchezza. L’impressionante tariffario porta queste cifre: un arto puo’ essere venduto a circa 600 dollari, mentre un corpo intero arriva anche a 75mila dollari. Tutto sotto il controllo dei cartelli della morte, che si occupano di reperire la materia prima e dello smercio. L’autorita’ delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti umani afferma che “si ritiene che il livello piu’ alto delle organizzazioni agisca a livello transnazionale, in modo segreto ma in grado di spostare molte cose, attraverso una rete di fatto simile a quella dei signori della droga. Questo spiega il fatto che nessuno di loro sia stato arrestato o sottoposto a procedimento giudiziario”.

L’accusa dell’Onu e’ ancora piu’ specifica e infamante: “L’alto costo del corpo di un albino dimostra che ad essere implicate nel traffico sono le elite economiche e politiche” di diversi paesi africani, dove il reddito medio annuo non arriva, spesso, ai 500 dollari. A Pemba, nella regione mozambicana di Cabo Delgado, rappresentanti degli paesi toccati dal traffico hanno cercato di recente di trovare la strada della cooperazione per intervenire. I dati forniti parlano di un leggero rallentamento del fenomeno, grazie anche all’introduzione di norme che prevedono fino a 40 anni di carcere per i responsabili. Soprattutto il Mozambico puo’ vantare diversi progressi nella lotta ai cartelli del commercio di albini. Ma e’ certo che la soluzione definitiva e’ ancora molto lontana, e che decine di migliaia di persone rischiano ogni momento la vita solo per un problema di pigmentazione della pelle, che li rende agli occhi degli altri reincarnazione degli antichi colonialisti europei, o semplicemente frutto di un amore adulterino. Nell’attesa meglio tentare di vivere nascosti, magari in un’isola semisperduta su un lago grande come un mare. Insomma, una sorta di lazzaretto: ultimo rifugio degli appestati per restare aggrappati alla vita.

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