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Afghanistan, ancora un italiano (napoletano) morto. Partecipare alle guerre?

di Andrea Viscardi

La partecipazione dell’Italia alle imprese militari in Afghanistan, Libano. ecc, viene giustificata come lotta al terrorismo internazionale e per l’instaurazione della democrazia. Chi è contrario a parteciparvi viene accusato di antiamericanismo. Chi è favorevole, è accusato di sudditanza, agli interessi americani. Insomma si mistifica il tutto con una lettura ideologica dei fatti, evitando così, un’analisi ed una valutazione in termini reali. Nella realtà le suddette imprese non hanno mai avuto e non hanno gli scopi dichiarati e, soprattutto presupposti o scopi ideologici. Notoriamente, si sa, che l’Iraq non aveva rapporti con il terrorismo islamico, nè tanto meno possedeva armi di distruzione di massa attribuitegli per giustificarne l’invasione. Risultato, la guerra e l’occupazione non hanno apportato pace nè democrazia. Al contrario hanno generato guerra civile e terrorismo. In Afghanistan, hanno prodotto un notevole aumento della produzione e dell’esportazione della droga. Il 60% dei proventi, si stima, finisce nei forzieri delle banche americane, che con essi si arricchiscono. Gli Usa hanno distrutto l’Iraq nel Golfo persico,adesso,minacciano l’Iran al solo scopo di sostenere il potere di acquisto del dollaro sui mercati internazionali che fino a pochi mesi fa veniva insidiato seriamente dall’Euro che veniva sempre di più usata come moneta  di scambio da molti paesi fuori dall’area euro e guarda caso proprio da molti paesi arabi ed uno dei primi fu proprio l’Iraq. Gli addetti ai lavori sanno che il dollaro è superinflazionato e la massa dei dollari in giro per il mondo è del tutto fuori controllo,così come il debito interno ed esterno degli Usa. Con l’invasione dell’Iraq, le autorità Usa hanno costretto il governo iracheno,da loro stesso insediato a richiedere sul mercato grandi quantità di dollari dando in cambio l’unica cosa che avevano:il petrolio. Così gli USA attraverso il petrolio iracheno hanno rafforzato sempre di più la loro posizione all’interno del mercato oligopolistico mondiale del petrolio. La verità è che queste imprese militari sono guerre imperialistiche e non perseguono alcun fine etico, antiterroristico o democratico. Da quanto detto si può facilmente argomentare, ragionando, usando la logica sottesa a queste imprese militari, che se in Italia ci fosse un governo che facesse veramente gli interessi del Paese dovrebbe trattare con Gli Usa il proprio tornaconto da queste missioni. Ma così non è stato. Esse fino ad oggi hanno rappresentato solo scenari di spese, morti e mancate remunerazioni economiche. Al contrario in quei paesi si è sviluppata una guerra di resistenza contro i pretesi democratizzatori e liberatori.

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