Dal primo gennaio le buste dovranno essere biodegradabili e compostabili con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile del 40%. Una percentuale che salirà al 50% nel 2020 e al 60% nel 2021. Inoltre, per le bustine da usare a contatto con il cibo sarà richiesta l’idoneità alimentare certificata. Misure queste sì, molto utili. Ma la tassazione senza fornire alternative è un errore perché – quantomeno nella grande distribuzione – non può produrre risultati in termini di riduzione di quantità o volumi. Del tutto positiva (e senza costi per il consumatore) è invece la norma decisa in un emendamento alla legge di bilancio che introduce il divieto di commercializzazione dal 2019 dei cotton-fioc in plastica non biodegradabile e l’eliminazione dal 2020 delle dannose microplastiche nei cosmetici.