Addio Morosini. A Bergamo i funerali sulle note di Ligabue

Un lungo applauso e il suo nome urlato a piena voce dagli Ultras dell’Atalanta, hanno aperto la cerimonia d’addio a Morosini, officiata nella chiesa di San Gregorio Barbarigo, del quartiere del Monterosso.

 “Davvero, Mario è nei nostri cuori. Io non ho paura e siamo qui non solo per Mario ma con Mario”, ha esordito don Luciano Manenti, ‘padre spirituale’ di Morosini . Ed infatti, il sacerdote conosceva bene Piermario, tanto da considerarlo come un figlio. “Dolce amico mio, timido compagno mio, ripartiamo da te e dalla tua bellissima vita in mezzo a noi”, ha affermato don Luciano Minetti che ha poi aggiunto che a Morosini bisogna solo dire grazie,un grazie che “va girato  alla gente che ti ha cresciuto, e alla tua mamma al tuo papà, a Francy e a Maria Carla, senza di loro non saresti tu e noi non saremmo noi”. Poi don Manenti ha ricordato le parole dello stesso Piermario: “Mi ha detto un giorno: di fronte alla mia vita ho più grazie da dire, che recriminazioni da fare”. E ha concluso con il saluto e il ringraziamento per gli insegnamenti che il 25enne ha saputo dare. “Dio è la creatura più disarmata dell’universo perché solo in questo modo ci permette la vita e dice che è santa e bella. Ed è per questo motivo che in questi giorni sei stata la sua immagine più bella, creature disarmate che vuol dire creature in pace, capaci di pace. Grazie perché in questi giorni mi hai insegnato ad essere papà, ed ho capito di più cosa vuol dire che Dio è nostro padre”.

Una morte che ha commosso l’intera città di Bergamo, commossa per la morte del campione “della porta accanto”, di un ragazzo semplice ma dal grande talento, l’unica amara consolazione di una vita davvero sofferta.

Una corona di fiori, la maglia numero 25 con la quale giocava al Livorno, quella dell’Atalanta con il numero 8 e un vangelo aperto alla pagina che racconta la Pasqua di resurrezione: questi gli oggetti che accompagneranno “Moro” durante l’ultimo viaggio.

Le note di due canzoni di due canzoni di Ligabue (‘Non è tempo per noi’ e ‘Il giorno di dolore che uno ha’), uno dei cantanti più amati da Piermario, hanno invece accompagnato il momento della comunione.  Alle 12,16 il feretro è stato portato a spalla fuori dalla chiesa accompagnato dal lunghissimo applauso delle migliaia di persone che lo attendevano e che hanno gridato “Mario uno di noi”. La salma è stata poi portata al cimitero monumentale di Bergamo.

Cinquemila le persone presenti ai funerali tra tifosi, amici, ex compagni di squadra e dirigenti del mondo del calcio. E in molti altri hanno assistito alle esequie dai maxi schermi allestiti anche allo stadio Azzurri d’Italia.

Lacrime e commozione sui volti della fidanzata Anna, degli zii e dei cugini. Mariella Vavassori, la madre di Anna, nel corso del funerale ha ringraziato Mario per aver regalato tanto amore alla figlia. “C hai insegnato tanto, hai reso tanti cuori puri e liberi come eri tu, abbiamo perso un figlio e un fratello, ma sappiamo che non ci vuoi tristi”, ha detto la donna che ha aggiunto: “Ti chiedo solo un favore, almeno dal cielo quando ci penserai chiamami Mariella e non più signora, ti vogliamo bene”.

Presenti anche molti dirigenti del mondo del calcio. “Oggi Piermario ha compiuto il miracolo di unire le bandiere che ogni domenica sono l’una contro l’altra”, ha affermato il ct della Nazionale Cesare Prandelli. Oltre a lui una fitta partecipazione dei vertici e non solo del calcio. Erano presenti infatti Giancarlo Abete, Presidente della Figc, accompagnato dal Vice Demetrio Albertini e dal Dg. Antonello Valentini. Per la Lega Serie A c’erano il Presidente Maurizio Beretta e il Dg. Marco Brunelli, mentre per la Lega Serie B il Presidente Andrea Abodi.

Accorsi alla cerimonia anche Damiano Tommasi, Presidente dell’Aic, il Ct dell’Under 21 Ciro Ferrara e numerosi allenatori e dirigenti delle Società di Serie A e B, dall’allenatore del Parma Roberto Donadoni, l’ex ct dell’Under 21 Pierluigi Casiraghi, al ds del Napoli Riccardo Bigon, all’amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta, al ds del Milan, Ariedo Braida, all’amministratore delegato dell’Inter Ernesto Paolillo, il presidente della Lega Pro Mario Macalli e Bernd Fisa, collaboratore del presidente della Fifa Joseph Blatter. In chiesa anche l’intera squadra dell’Atalanta, del Livorno e dell’Udinese.

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