Addio Gigi Proietti, magnifico attore romano de Roma!

È andato via, in punta di piedi: oggi la ricorrenza della sua nascita, 80 anni fa. Una carriera di successi, durata più di mezzo secolo, innanzitutto in teatro, la sua immensa passione, al cinema e in tv.

La famiglia: “Sarà ricordato come merita nei tempi e modi da definire”

Gigi Proietti purtroppo non ce l’ha fatta! I problemi cardiaci hanno vinto la sua voglia di vivere e soprattutto quella grandissima di recitare.

Due settimane di ricovero in terapia intensiva in una clinica romana, poi un ulteriore aggravamento nel tardo pomeriggio di  ieri.

“Sarà ricordato come merita nei tempi e modi da definire” dichiarano i familiari, provati dal dolore della perdita.

L’attore romano, uno dei più noti, apprezzati e amati mattatori soprattutto del teatro, avrebbe compiuto 80 anni proprio oggi, il 2 novembre, il giorno dedicato ai defunti… ci scherzava sempre..

Un compleanno tragico per Gigi Proietti, tra i massimi artisti italiani, oggi 80enne, già ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di Terapia intensiva di una nota clinica della Capitale, la sua adorata città.

Se ne va di seguito a un altro grande attore, Sean Connery: entrambi avevano doppiato la voce di Draco, l’ultimo dei draghi nel cult da Oscar “Dragon heart”.

Non si tratta di Covid, ma di #problemi #cardiaci, dei quali ha già sofferto in passato.

La famiglia ha preferito mantenere l’assoluto riserbo fino all’ultimo, in merito alle sue condizioni di salute: Proietti sarebbe stato trasportato già 15 giorni fa nella casa di cura ma le sue condizioni si sarebbe aggravate.

Nel 2010, era pure stato ricoverato a causa di una forte tachicardia, in Terapia intensiva all’ospedale San Pietro di Roma; aveva avuto una rapida ripresa, tanto da tornare dopo pochi giorni al teatro, la sua più grande passione, anche se la maggiore popolarità gli è venuta dal cinema. Anche in quell’occasione, si era cercato di evitare che la notizia trapelasse.

In trepidante attesa le persone a lui più care, fino alla tremenda notizia: insieme a lui, in ospedale, la sua famiglia: le figlie Susanna e Carlotta, la compagna Sagitta Alter.

Il pensiero costante alle figlie, amatissime: “Essere padre è un mestiere ed è assolutamente difficile: hai sempre paura di sbagliare tutto”.

Così come amatissimo era il padre, che avrebbe voluto vederlo laureato in Giurisprudenza. Gigi studiava tutto sommato, ma la sera si esibiva puntualmente. E fu l’amico Lello, che suonava nella loro band, che gli diede, entusiasta della capacità recitativa dimostrata una sera, l’input a scegliere definitivamente la strada del palcoscenico.

I primi successi dell’attore romano arrivano In una cantina in Prati, dove recitava Brecht, poi con lo Stabile dell’Aquila diretto da Antonio Calenda, sua guida ai testi di Gombrowicz e di Moravia: aveva esordito e si era affermato innanzitutto nel teatro, poi pure al cinema e in televisione.

Nel 1979, l’occasione attesa: sostituisce Domenico Modugno, accanto a Renato Rascel nel musical “Alleluja brava gente di Garinei e Giovannini”. Quindi, in costante ascesa, interprete e autore di grandi successi teatrali, come “Caro Petrolini”, “Cyrano”, “I sette re di Roma”. Nel 1974, il dramma di Sem Benelli “La cena delle beffe”, accanto a Carmelo Bene; nel 1976 in sodalizio con lo scrittore Roberto Lerici, col quale scrive e dirige i suoi immensi spettacoli: “A me gli occhi, please” che riporta trionfalmente in scena nel 1993, nel 1996 e nel 2000.

Indimenticabile la sua interpretazione del Mandrake guidati da Steno, nel superlativo “Febbre da cavallo”,  diretti da Carlo avanzi a, di Cavaradossi ne “La Tosca” di Luigi Magni. Ha prestato il suo volto a Pompeo nella riuscita miniserie tv “Sogni e bisogni” di Sergio Citti, e a Paco nell’ottimo “La proprietà non è più un furto” di Elio Petri; ancora: le serie tv di diffuso successo popolare, incominciando da “Il maresciallo Rocca”, “L’ultimo papa re”, “Il signore della truffa” e “Una pallottola nel cuore”. Di recente, era stato Mangiafuoco nel ‘Pinocchio’ di Matteo Garrone.

Bravissimo doppiatore, è sua la voce in tanti film interpretati da Robert De Niro, Dustin Hoffman, Charlton Heaston, Kirk Douglas, Paul Newman, Gregory Peck, Marlon Brando, Richard Burton, Richard Harris. Sua la voce di Gatto Silvestro, in coppia con Loretta Goggi/canarino Titti; e e per Sylvester Stallone grida memorabilmente “Adrianaaaa!!”, nel primo film “Rocky”. Con Alberto Angela, nella nuova stagione di Ulisse.

Istrionico e geniale, capace di passare con maestria dalla musica – facendo il verso a Louis Armstrong, “Nun me rompe er ca’” in stile chansonnier, alle magnifiche macchiette di Petrolini, fino a Shakespeare, al Globe Theatre, con impareggiabile disinvoltura, competenza e verve.

Desiderava riportare in teatro Molière, “e  pure rifare, con una compagnia tutta di giovani attori, ‘L’Opera del mendicante’ di John Gay”.

Più di mezzo secolo in scena e sul set.

Riguardo alla situazione covid, le sue parole in romano, rimangono d’esempio: “Invece de litiga’, dobbiamo da ragiona’ : le polemiche tra politici so’ assolutamente dannose. Io amo la politica, ma non è politica, questa!”

Eterno il suo tifi per la Roma: nek 2002 fu insignito dall’allora presidente del club giallorosso, Franci sensi, del premio “Cavaliere della Roma”.   

Al grande attore romano, comico, regista, cabarettista, doppiatore, conduttore televisivo, cantante, direttore artistico, talent scout e professore di italiano, avevamo augurato, unendoci alle preghiere di tanti, che potesse recuperare le energie e superare la crisi e che il suo cuore riprendesse a battere serenamente… purtroppo non è stato così e ora ne piangiamo sinceramente la perdita.

La famiglia – alla quale esprimiamo la partecipazione al lutto, insieme all’immensa platea di fans che stanno continuando a depositare biglietti davanti alla clinica: “Sta mandrakata non ce la dovevi fa’…”, e di tantissime persone che hanno avuto la fortuna di conoscere l’uomo e il suo grande valore interiore – ha fatto sapere che verranno  comunicati i termini dell’addio a Gigi, che sarà degno come sicuramente merita e meriterebbe ogni essere umano, a prescindere dalla grandezza dell’artista scomparso.

Riposi in pace, nella gloria dei cieli: lassù ci sarà un teatro dove trionferà ancora, tra gli applausi degli angeli.. ne siamo sicuri!

Teresa Lucianelli

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