Abdul Ghani al Kikli, il libico che ha visitato il ministro Adel Jumaa ricoverato allo European Hospital di Roma, risulta titolare di un visto Schengen rilasciato da Malta nel 2023 e valido fino al 25 novembre 2025 che gli permette di muoversi in area europea senza problemi visto che non risultino provvedimenti da eseguire a suo carico né è destinatario di alcuna Red Notice da parte dell’Interpol. La formazione di al Kikli, Stability Support Apparatus, si sottolinea inoltre, dipende direttamente dal Consiglio presidenziale libico (è stata istituita con decreto, firmato nel 2021 dall’allora presidente del Consiglio presidenziale, Fayez Al-Sarraj, il 17 gennaio 2021) e rappresenta una formazione di sicurezza ufficiale e legittima-
Ma, il capo delle milizie di Tripoli Abdul Ghani Al-Kikli si troverebbe in Italia, ma sarebbe accusato di tortura dalla Corte penale internazionale
Abdul Ghani Al-Kikli, capo delle milizie di Tripoli, si sarebbe recato in Italia per visitare un funzionario libico ricoverato in un ospedale privato di Roma dopo un tentativo di assassinio a Tripoli. Al-Kikli sarebbe accusato di essere uno dei torturatori dei migranti in Libia. Altro caso Almasri per Meloni?
L’uomo, che sarebbe accusato di diversi crimini, avrebbe visitato, in un ospedale privato della capitale per fare visita, con altri membri del governo libico, Adel Jumaa, uno dei ministri dell’esecutivo, ricoverato dopo un tentativo di assassinio a Tripoli.
La prova di questa visita di Al-Kikli è una foto, pubblicata da El Gomati sul proprio profilo X (Twitter). Per il Governo italiano potrebbe trattarsi di un nuovo caso Almasri.
Secondo quanto riportato da El Gomati, Al-Kikli è il capo di una delle tante milizie indipendenti che compongono il governo libico di Tripoli. Avrebbe un ruolo importante nel controllo della detenzione dei migranti.
Secondo quanto riportato da Repubblica, al-Kikli sarebbe giunto il 20 marzo, all’aeroporto militare di Ciampino a bordo di un volo di Stato libico, per poi recarsi nella clinica privata in zona Portuense.
La presenza di al-Kikli in Italia si aggiunge al controverso rilascio da parte del governo italiano del torturatore Almasri, sul quale è in corso un’indagine della Cpi. Come Almasri, al-Kikli è accusato di gravi violazioni dei diritti umani. Amnesty International, il Centro europeo per i diritti umani e costituzionali (Ecchr) e l’Onu lo accusano di torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali nei centri di detenzione libici. L’Ecchr ha presentato nel 2022 una denuncia di 189 pagine alla Corte penale internazionale, documentando oltre 500 casi di violenze. Essendo coperti dal segreto, non sappiamo se su di lui penda un mandato di arresto. Attualmente al-Kikli guida lo Stability support apparatus (Ssa), una milizia formalmente inquadrata nelle istituzioni statali libiche ma di fatto autonoma, ritenuta centrale nel finanziamento delle milizie attraverso pratiche corruttive. Non è la prima volta che al-Kikli fa tappa in Italia: nel luglio 2024 aveva accompagnato la squadra di calcio Al-Ahly SC di Tripoli alle finali del campionato libico ospitate in Toscana, un evento sostenuto dal governo Meloni e dal ministro per lo Sport Andrea Abodi come simbolo della collaborazione tra Italia e Libia.
La Corte penale internazionale non indagherà sul governo italiano per il caso Almasri, ma la vicenda resta al centro di polemiche e indagini nazionali
Secondo Amnesty International, Al-Kikli sarebbe uno dei leader libici più importanti nella gestione delle migrazioni. Il suo ruolo è stato riconosciuto anche dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Sarebbe accusato sia dalla Corte Penale Internazionale che dal Centro europeo per i diritti umani e costituzionali, di tortura. Il suo nome compare in una causa del 2022.
Dura la reazione delle opposizioni alla notizia: “Vogliamo chiarezza dal governo sul perché sta rendendo questo Paese un porto sicuro per le milizie libiche che spesso sono anche mafie libiche” ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein.
“L’Italia, grazie al governo Meloni, è diventata la Montecarlo dei trafficanti di esseri umani, torturatori e stupratori: dopo il caso Almasri” ha affermato Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi Sinistra.
“Un altro torturatore libico, su cui pende una denuncia alla Corte Penale internazionale per oltre 500 crimini commessi, accolto a Roma come un pascià e curato presso una struttura sanitaria della Capitale. Meloni deve venire al più presto a riferire in aula ed eviti di mettergli a disposizione aerei di stato per tornare tra gli onori in patria come ha fatto per Almasri” ha commentato Riccardo Magi di +Europa.
Abdul Ghani al Kikli, il libico che ha visitato il ministro Adel Jumaa ricoverato allo European Hospital di Roma, risulta titolare di un visto Schengen rilasciato da Malta nel 2023 e valido fino al 25 novembre 2025 che gli permette di muoversi in area europea senza problemi visto che non risultino provvedimenti da eseguire a suo carico né è destinatario di alcuna Red Notice da parte dell’Interpol. La formazione di al Kikli, Stability Support Apparatus, si sottolinea inoltre, dipende direttamente dal Consiglio presidenziale libico (è stata istituita con decreto, firmato nel 2021 dall’allora presidente del Consiglio presidenziale, Fayez Al-Sarraj, il 17 gennaio 2021) e rappresenta una formazione di sicurezza ufficiale e legittima.
Ma, il capo delle milizie di Tripoli Abdul Ghani Al-Kikli si troverebbe in Italia, ma sarebbe accusato di tortura dalla Corte penale internazionale
Abdul Ghani Al-Kikli, capo delle milizie di Tripoli, si sarebbe recato in Italia per visitare un funzionario libico ricoverato in un ospedale privato di Roma dopo un tentativo di assassinio a Tripoli. Al-Kikli sarebbe accusato di essere uno dei torturatori dei migranti in Libia. Altro caso Almasri per Meloni?
Secondo Husam El Gomati, attivista libico tra le persone spiate da Paragon, il capo delle milizie di Tripoli Abdul Ghani Al-Kikli si sarebbe recato in Italia, più precisamente a Roma.
L’uomo, che sarebbe accusato di diversi crimini, avrebbe visitato, in un ospedale privato della capitale per fare visita, con altri membri del governo libico, Adel Jumaa, uno dei ministri dell’esecutivo, ricoverato dopo un tentativo di assassinio a Tripoli.
La prova di questa visita di Al-Kikli è una foto, pubblicata da El Gomati sul proprio profilo X (Twitter). Per il Governo italiano potrebbe trattarsi di un nuovo caso Almasri.Secondo quanto riportato da El Gomati, Al-Kikli è il capo di una delle tante milizie indipendenti che compongono il governo libico di Tripoli. Avrebbe un ruolo importante nel controllo della detenzione dei migranti.
Secondo quanto riportato da Repubblica, al-Kikli sarebbe giunto il 20 marzo, all’aeroporto militare di Ciampino a bordo di un volo di Stato libico, per poi recarsi nella clinica privata in zona Portuense.
La presenza di al-Kikli in Italia si aggiunge al controverso rilascio da parte del governo italiano del torturatore Almasri, sul quale è in corso un’indagine della Cpi. Come Almasri, al-Kikli è accusato di gravi violazioni dei diritti umani. Amnesty International, il Centro europeo per i diritti umani e costituzionali (Ecchr) e l’Onu lo accusano di torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali nei centri di detenzione libici. L’Ecchr ha presentato nel 2022 una denuncia di 189 pagine alla Corte penale internazionale, documentando oltre 500 casi di violenze. Essendo coperti dal segreto, non sappiamo se su di lui penda un mandato di arresto. Attualmente al-Kikli guida lo Stability support apparatus (Ssa), una milizia formalmente inquadrata nelle istituzioni statali libiche ma di fatto autonoma, ritenuta centrale nel finanziamento delle milizie attraverso pratiche corruttive. Non è la prima volta che al-Kikli fa tappa in Italia: nel luglio 2024 aveva accompagnato la squadra di calcio Al-Ahly SC di Tripoli alle finali del campionato libico ospitate in Toscana, un evento sostenuto dal governo Meloni e dal ministro per lo Sport Andrea Abodi come simbolo della collaborazione tra Italia e Libia.
La Corte penale internazionale non indagherà sul governo italiano per il caso Almasri, ma la vicenda resta al centro di polemiche e indagini nazionali
Secondo Amnesty International, Al-Kikli sarebbe uno dei leader libici più importanti nella gestione delle migrazioni. Il suo ruolo è stato riconosciuto anche dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Sarebbe accusato sia dalla Corte Penale Internazionale che dal Centro europeo per i diritti umani e costituzionali, di tortura. Il suo nome compare in una causa del 2022.
Dura la reazione delle opposizioni alla notizia: “Vogliamo chiarezza dal governo sul perché sta rendendo questo Paese un porto sicuro per le milizie libiche che spesso sono anche mafie libiche” ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein.
“L’Italia, grazie al governo Meloni, è diventata la Montecarlo dei trafficanti di esseri umani, torturatori e stupratori: dopo il caso Almasri” ha affermato Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi Sinistra.
“Un altro torturatore libico, su cui pende una denuncia alla Corte Penale internazionale per oltre 500 crimini commessi, accolto a Roma come un pascià e curato presso una struttura sanitaria della Capitale. Meloni deve venire al più presto a riferire in aula ed eviti di mettergli a disposizione aerei di stato per tornare tra gli onori in patria come ha fatto per Almasri” ha commentato Riccardo Magi di +Europa.