A Roma, il 30 novembre, in Piazza delle Muse 25, il Comitato 10 Febbraio presenta, attraverso un dibattito, l’Associazione FuturCrali

(seconda parte)

 …Tullio Crali, Dal 1962 al 1966,  si trasferì al Cairo dove insegnò presso la locale Scuola d’Arte italiana. Rientrato in patria, si stabilì a Milano, dove continuò la sua intensa attività pittorica e dove si spense il 5 agosto del 2000.

Il Futurismo è stato un movimento artistico e culturale Italiano dell’inizio del XX secolo. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, dalla  poesia al teatro, fino ad altre forme di espressione. La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti.  Quando si parla di futurismo è bene sottolineare che nasce  in un periodo di notevole fase evolutiva dove tutto il mondo dell’arte e della cultura era stimolato da determinati  fattori, come  le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione.  Il XX secolo era letteralmente invaso dal ‘vento della velocità’ dove tutto veniva proiettato nel ‘futuro’.

Il passato veniva per questo ‘bruciato’ e si creava partendo dalla  appartenenza al ‘nulla’ e  dall’appartenenza al ‘presente’. Venivano esaltate la velocità, il dinamismo, l’industria, il militarismo, il nazionalismo e la guerra, che veniva intesa come ‘igiene dei popoli’.

In Francia il Futurismo  ebbe nella poesia  un nome degno di nota: Guillaume Apollinaire Apollinaire scrisse il manifesto ‘L’antitradition futuriste’, pubblicato su Lacerba solo il 25 settembre dopo le aggiunte e le correzioni di Marinetti. I successivi ‘Calligrammes’ rivelano la chiara influenza del ‘paroliberismo futurista’ sul poeta francese.

Perdonatemi questa breve digressione ma era necessaria per  soffermarsi su una nota del comunicato che informava di questa  serata al ‘Comitato 10 febbraio’ e che,  recitava in un dettaglio: ‘Crali si può considerare…. noi ‘aeropoeti futuristi’ elogiamo la meravigliosa passione per le altezze e le velocità aeree…’, a firma Marinetti.

Non è casuale che siano state riportate queste brevi righe del Marinetti.

L’aeropittura aveva trovato  nella pratica una propria continuità formale in una resa che accentuava la scansione delle immagini per piani di colore,  sottolineando ora il carattere meccanico e dinamico dell’aviazione, ora forme di lirismo  fantastico, naturalistico e spiritualistico ispirato al volo, ispirata dall’idealismo cosmico’.

L’aeropoesia è un genere poetico inventato e promosso da Marinetti,  a   partire dagli anni venti, che prevede l’abolizione della punteggiatura e, parzialmente, della sintassi, un uso parossistico dell’analogia e dei neologismi. Compaiono alcuni brevi brani di parole in libertà.

Su carta scansioni di immagini espresse in un lirismo fantastico per disarticolati piani di parole, ora meccaniche, ora dinamiche,  per esaltare una naturale spiritualità ispirata al volo.

Per chiarezza visiva basterà guardare il ‘Calligramma’ di Apolinnaire riportato in precedenza nel testo.

Parlando di pittura e di ‘spiritualità’ legata al volo arriviamo a Elio Varuna, ‘artista, ricercatore di antiche culture, viaggiatore spirituale’.

 Varuna è affascinato dal simbolismo, dalle incisioni medievali e dalle immagini religiose. Quando si parla di Futurismo è sottinteso parlare di ‘Simbolismo Cosmico’, con aperta libertà di crearlo ed interpretarlo in modo ‘aereo’, ovvero, assolutamente libero.

Varuna  ha firmato ‘Allucinazione Alchemica’, la sua prima collezione di dipinti ad olio.  Poi, nel 2000, vive un’esperienza spirituale in India, dove dipinge nel tempio del guru Satayanand Giri nella città sacra di Varanasi.

Da quel momento i suoi lavori si caricano d’immagini bizzarre e ambienti stravaganti in cui i colori ultrapop occidentali si fondono ad un’aura mistica orientale. Una visione onirica globale che plasma un mondo surreale di paesaggi liquidi e cosmici, umidi e rarefatti, popolato da personaggi che oggi sono l’originale marchio di fabbrica dell’universo varuniano.

I ‘Tuty’, in particolare, sono esserini rossi che sempre appaiono nelle tele del pittore romano; Varuna si limita a rigenerarli ogni volta nelle sue composizioni, immergendoli in avventure e in posture sempre diverse, lasciando allo spettatore il compito di definirne l’essenza. L’originale risultato di queste opere hanno conferito a Varuna un ruolo di rilievo nel contesto della nuova ‘arte figurativa contemporanea’, soprattutto quella di matrice pop e neo surrealista.

Del movimento Pop, afferma l’artista, m’interessa soprattutto la rapidità e la capacità di veicolare messaggi attraverso le immagini, di pronta presa e d’effetto immediato; del Surrealismo reputo fondamentale l’assoluta libertà di sintesi espressiva con cui si possono condensare certe esperienze visionarie.   E a vedere le sue opere ci si perde in un caleidoscopio psichedelico in cui sembrano rivivere le antiche immagini degli alchimisti, i mondi impossibili di Bosch e gli orizzonti surreali di Yves Tanguy. Arte ‘visiva’ pop-mistica

Nel 2007 Varuna si trasferisce a vivere a Berlino, città che vede l’Arte Contemporanea nella sua massima espressione,  palcoscenico privilegiato per le nuove arti figurative contemporanee.

Dice Elio: ‘A Berlino vivo il presente, mi evolvo con la tecnologia, il design e le nuove architetture, la cultura contemporanea e capisco cosa significa essere ‘cittadino del mondo’.

L’arte può essere nel ‘mondo indefinito’ dell’arte contemporanea anche un’esperienza sociale alla quale trasmettere e lanciare forti messaggi alle  masse controllate da apparati  mediatici per creare stili di vita opinioni, filosofie dell’esistenza e ideologie dominanti.

Sia acclarato che un’artista oggi risponde alla modifica progressiva della realtà che lo circonda, assorbendo consciamente, o inconsciamente, quello che la realtà gli offre. Ingoia il nutrimento, a volte rancido, e lo vomita fornendo una consistenza, un significato e  una bellezza fortemente impattante. E’ una nuova dimensione estetica che esprime l’artista che  interpreta e modella il sociale come ‘dispositivo critico’.

L’autorialità dell’artista nei progetti partecipati,  sia nel senso di un suo dissolversi, che nel suo mantenersi,  è questione chiave; l’artista si mette in gioco, senza annullare la propria soggettività, necessaria per interagire in modo ‘generativo’ e dialettico con  altri soggetti coinvolti.  La figura dell’artista, tradizionalmente intesa, diviene ‘altro’: facilitatore, connettore, catalizzatore che  raccoglie ed elabora i feedback. Una figura ibrida, non assimilabile ad un ruolo preciso, ma  dai contorni ben definiti che assumono nuove valenze.

L’artista interpreta  il ‘nuovo ruolo  dell’arte’ come resistenza: resistenza ad un sistema che vuole integrare le realtà in una cornice di ‘morte’.  L’arte può  costruire altre temporalità, diverse e autonome da quelle di un sistema che spinge in tutti i campi alla precarizzazione, alla  iper-produzione e alla standardizzazione.

Varuna ‘artista’ nelle sue opere si esprime attraverso tecniche surrealistiche.

Il surrealismo è  quella parte di noi che emerge sia durante i sogni, sia  quando siamo svegli,   permettendoci di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati.

 I surrealisti si avvalgono di diverse tecniche per far in modo di attivare il loro inconscio come, ad esempio, il collage  l’assemblage, il dripping.   Le tematiche principali vanno dall’amore al sogno, alla follia, alla liberazione.

La caratteristica comune a tutte le manifestazioni surrealiste è la critica radicale alla razionalità cosciente, e la liberazione delle potenzialità immaginative dell’inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo ‘oltre’ la realtà (sur-realtà) in cui veglia e sogno sono entrambe presenti e si conciliano in modo armonico e profondo. Il Surrealismo è certamente la più ‘onirica’ delle manifestazioni artistiche, proprio perché dà accesso a ciò che sta oltre il visibile. Inoltre esso comprende immagini nitide e reali ma accostandole tra di loro senza alcun nesso logico.

Nel 2008 Varuna è stato scelto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per rappresentare la giovane arte italiana in occasione della ‘X Settimana della Cultura’.

È stato l’unico artista italiano invitato al Museo d’Arte Contemporanea di Shanghai nell’ambito della Biennale 2009-2010 ‘ANIMAMIX – The New Aesthetics of the 21st Century’ ed ha fatto scalpore la censura da parte del governo cinese di un suo dipinto che affrontava il tema della libertà di culto.

Il ciclo di dipinti ‘Tutto continuamente sgocciola’ presentato a Napoli nel 2010 è diventato una fortunata collezione di gioielli Swarovsky.

Oltre all’attività pittorica, Varuna ottiene successo e critiche positive con un intenso lavoro di ‘sensibilizzazione all’arte’ attraverso i suoi provocanti manifesti affissi in varie città del mondo in cui fa irrompere nel contesto urbano i suoi bizzarri personaggi.

Roberto Cristiano

 

 

 

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