Parigi e la marcia

 A Parigi lo shock continua: dopo la strage degli ultimi giorni, in Francia i terroristi avrebbero già attivato le cosiddette ‘cellule dormienti’ nelle ultime 24 ore. E’ quanto riferiscono fonti della polizia alla Cnn. Alle forze dell’ordine e’ stato chiesto di cancellare il loro profilo sui social media e di portare sempre con se’ le proprie armi. Migliaia di uomini in campo e un hashtag lanciato dagli utenti che temono nuovi attacchi.   L’hashtag “#AnnulezLaMarcheDu11Janvier” impazza sul twitter francese, e arriva al primo posto tra i più twittati: gli utenti chiedono l’annullamento della marcia nel timore che possano verificarsi nuovi attentati in occasione della marcia di unità repubblicana alla quale parteciperanno tutti i leader europei. Sul fronte delle indagini, emergono nuovi sviluppi su Hayat Boumeddienne, la fidanzata del killer Amedy Coulibaly. La donna non si troverebbe in Francia ma in Siria, dov’è arrivata nei primi giorni di gennaio dalla Turchia. ‘Amedy Coulibaly ci ha detto che non aveva paura di morire e sapeva che sarebbe morto’, ha raccontato una testimone dell’assalto al negozio kosher di ieri a Parigi. ‘Appena entrato ha sparato, siamo stati per ore accanto a due cadaveri’. Prima del blitz delle teste di cuoio il terrorista ha detto di ‘agire per difendere i musulmani oppressi nel mondo e in particolare la Palestina’. La tensione a Parigi resta altissima, così come l’allerta, mentre prosegue la caccia ad Ayat, la compagna di Coulibaly. E’, infatti, ancora ricercata Hayat Boumedienne, 26 anni,  la compagna di Amedy Coulibaly, 32 anni, il sequestratore del negozio kosher di Parigi ucciso nel drammatico blitz delle forze speciali. Il giallo riguarda la sua presenza nel negozio kosher: secondo fonti di polizia citate dalla Cnn sarebbe riuscita a sfuggire al blitz delle forze speciali, mentre quelle citate da Le Monde escludono la sua presenza nel locale. I due sono legati sentimentalmente dal 2010, e la ragazza andò a prendere Coulibaly all’uscita dal carcere. Da quel momento i due hanno iniziato a vivere insieme. Anche Boumedienne è stata interrogata dall’antiterrorismo nel 2010 e secondo Le Monde avrebbe detto alla polizia che nel corso di una visita a Beghal a Murat il gruppo si sarebbe allenato al tiro con la balestra.   Ulteriori cinquecento soldati sono stati dispiegati per garantire la sicurezza nell’area di Parigi. I tre giorni più lunghi per la Francia, cominciati con la strage in redazione a Charlie Hebdo e finiti con un doppio, simultaneo assalto dei reparti speciali francesi, si sono conclusi con molto sangue. Sono stati uccisi i tre terroristi, che hanno inneggiato ad al Qaida e all’Isis, morto un loro probabile fiancheggiatore. Morte anche quattro persone, ostaggio in un supermercato di prodotti kosher.  Sulla porta d’ingresso del palazzo dove viveva Amedy Coulibaly a Fontenay aux Roses alla periferia sud di Parigi c’è un adesivo con la scritta ” Je suis Charlie” strappato. Altri adesivi, simbolo della solidarietà con le vittime della strage alla redazione di Charlie Hebdo di mercoledì, campeggiano invece intatti sulla parete dello stabile. Gli Usa hanno lanciato un’allerta globale sui viaggi degli americani dopo i recenti attentati in Francia, Australia e Canada. E’ quanto si legge in una nota del Dipartimento di Stato dove si avvisa i cittadini a mantenere “un alto livello di allerta” e di “prendere dovute misure per aumentare la loro sensibilizzazione alla sicurezza.  Nell’allerta il Dipartimento di Stato sostiene che gli attacchi contro gli americani stanno diventando sempre più diffusi. Il Dipartimento cita anche un aumento del rischio di ritorsioni contro gli Stati Uniti e obiettivi occidentali a seguito dell’intervento della coalizione guidata dagli Usa contro i jihadisti dello Stato islamico in Siria e Iraq. Nella nota di avviso, viene anche ricordato il recente attacco in una caffetteria di Sydney, dove sono morti due ostaggi e l’attentatore, e l’attacco, nell’ottobre scorso, al Parlamento del Canada ad Ottawa, nel quale è morto un soldato. “Je Suis Charlie” arriva anche nella Nba. Il cestista dei Washington Wizards, Kevin Seraphin, nato nella Guyana francese, si è presentato in campo prima del match contro i Chicago Bulls, indossando una maglia nera con la scritta bianca “Je Suis Charlie”. Il giorno prima è stata la volta del cestista francese dei Portland Trail Blazers, Nicolas Batum, che ha mostrato una maglia simile prima della partita contro i Miami Heat. “Je Suis Charlie”, è diventato uno slogan in tutto il mondo per mostrare solidarietà con Charlie Hebdo, il settimanale satirico di Parigi, oggetto di un attacco terroristico mercoledì scorso.

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