A Napoli presso ‘La Fenice Arte’ si presenta Spazio/Luce, ricerche multidimensionali

Le linee guida del Madi furono descritte da Arden nel 1946 alla presentazione del manifesto riprendendo quanto aveva pubblicato sull’unico numero della rivista ‘Arturo’ già nel 1944: ‘Ninguna Expresión, Rapresentaación, Significación. El ombre conqistarà el spacio multimensional. Jubilo. Negación de toda melancolia. Voluntad constructiva. Comunión. Poesía del contacto social’. Una formula che scegliendo la gioiosità come forma di costruzione sociale, pose le basi per perseguire una multidimensionalità che sapesse cogliere da un lato, l’ attualità per i materiali, e uno sguardo dinamico ed allegro nel comporre spazi proposti come funzione di un sociale da condividere. Il gruppo in Italia ha tra i suoi artisti di punta, Renato Milo, Antonio Perrrottelli e Alberto Lombardi presenti in questa collettiva, che riunisce artisti concretisti come Mario Stoccuto e informali come Vittorio Fortunati, oltre ad Antonio Minervini e la sua ricerca sulla materia e lo spazio. Un confronto di proposte che muovono dalla stessa matrice dell’arte concreta, prima istanza di unione per i gruppi geometrici prima del 1944 e l’informale il cui termine fu coniato negli anni ’50 dal critico francese Tapié e racchiude la ricerca della non forma. La luce interagisce con lo spazio e nelle opere di Renato Milo penetra nella materia plastica per definire un nuovo spazio di riflettenza, che trova anche nella successione degli elementi e dei piani una soluzione dinamica e ottica, in base alla provenienza della luce stessa. Quindi colori e trasparenze che accolgono anche le riflettenze dell’ambiente circostante per una definizione di spazio unico tra opera e ambiente che lo accoglie come sintesi del concetto di base che l’artista sviluppa. Antonio Perrottelli sfrutta i piani e gli spazi in essi contenuti, scegliendo i colori, che devono agire come apporto cromatico di una struttura/pensiero che dal concetto dello spazio costruito sappia essere proposta nuova di forma e di luce propria, dove i giochi dei livelli che con i materiali si realizzano, offrono quell’adesione al non significato, ma di una ricerca di contatto visivo e multimediale, come l’artista da anni sviluppa la sua ricerca. L’aspetto geometrico nelle opere di Alberto Lombardi è più aderente ad una semplicità costruttiva dei moduli per colori, e che nel gioco dei pieni e dei vuoti, si pone come aspetto di una ricerca di valori da esprimere come spazio delle emozioni, con una dinamica che l’aspetto ottico riesce a percepire per il sapiente uso dei tagli e bisettrici che l’artista realizza nelle sue opere. Due colori, semplice rappresentazione delle contraddizioni sociali, sono anche una interlocuzione con una propria visione della luce, dove negli spazi vuoti si concentra per creare profondità e prospetto, rispetto al plexiglass colorato che come materia non riflettente, crea i piani per una spazialità che si compie con tutti gli elementi, senza tralasciare il gusto della ricerca cromatica per una identità personale. Antonio Minervini, interpreta la “forma/materia” per quel che concerne l’operare in pittura come quelle con tecniche miste ed astratte, di una coppia di concetti relativi, perché la materia è il principio di indeterminazione, il sostrato comune che viene organizzato e strutturato dal principio di determinatezza, o forma. La forma non è una sostanza separata (come le idee platoniche), ma è l’essenza intrinseca, la sostanza fondamentale delle cose sensibili. La coppia materia-forma traduce, a livello fisico, la dottrina metafisica della potenza e dell’atto, e sfrutta la luce che ne determina un divenire dinamico. Vittorio Fortunati è coerente con la sua ricerca di materia, luce e spazio, che nell’informale astratto, ha connotato dagli anni ’50 il percorso dell’artista. Soprattutto l’aspetto cromatico e tonale negli anni ha segnato la sua ricerca sulla luce, che diventa un processo interno e che Fortunati rende dinamico nelle linee e nelle campiture che ne connotano lo spazio; il percettibile spettro cromatico che si evolve negli anni dai rossi ai gialli.
Gianni Nappa

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