5 Stelle e Lega alla ricerca di una via di uscita e/o alibi

E’ una storia che si ripete ogniqualvolta aumentano le difficoltà e la colpa è sempre degli altri: poteri forti, complotti internazionali. Anche Di Maio e Salvini sembrano intenzionati ad usare questo antico alibi che offre numerose occasioni da utilizzare come specchietto per le allodole.E mentre continuano a litigare in attesa delle europee, per spartirsi il consenso, iniziano, in modo artato, a far trapelare certe suggestioni, complotti interni ed internazionali, tesi a far cadere il cosiddetto’governo del cambiamento’.Ma rispetto al passato c’è una novità costituita dal fatto che gli alleati di maggioranza intravedono il nemico tra loro stessi. Infatti Di Maio accusa la Lega di tessere rapporti sotterranei con i berlusconiani, mentre Salvini accusa i 5 Stelle di contiguità con parte della magistratura. E insieme vedono fantasmi ad ogni piè sospinto, disegnando scenari inquietanti, quale, a loro dire, potrebbe essere il ritorno in Italia del governatore della BCE, Mario Draghi, per guidare un nuovo esecutivo. Potrebbero essere preoccupazione infondate, visto che i sondaggi danno la maggioranza giallo-verde intorno al 60%, ma si sa che il consenso in tempi di crisi si scioglie come neve al sole. La verità è che dopo maggio il vero scoglio per la maggioranza sarà la legge finanziaria che dovrà tenere in equilibrio i conti pubblici e rassicurare i mercati circa il contenimento del debito.Di maio e Salvini sanno entrambi che non ci sono le premesse per affrontare una simile prova e che non bastano gli slogan per rassicurare i mercati e gli investitori internazionali. Quindi le grida e gli starnazzi dei due vice premier sono solo un alibi, una ricerca di una via d’uscita. Ma chi conosce bene le intenzioni del Presidente Mattarella sa che non concederà mai l’opportunità di formare un nuovo governo con un’altra maggioranza, perché non ci sarebbero numeri sufficienti né condizioni politiche adeguate. Ne scaturisce che Mattarella non metterebbe mai alla guida di Palazzo Chigi un tecnico e potrebbe sciogliere le Camere in autunno e mandarci alle urne durante la sessione di bilancio. D’incanto svaniscono le teorie complottiste e vengono meno gli alibi e Mattarella, ormai è chiaro, lascerà la penultima parola a Di Maio e Salvini. Dopo il 27 maggio cambierà il quadro e i vice premier si troveranno davanti ad un bivio: o decidono di fare la finanziaria o si assumeranno la responsabilità di riportare il Paese alle elezioni ad un anno dal voto.Non ci sono altre strade percorribili, ne scorciatoie costituzionali dietro cui celare le difficoltà politiche, che saranno determinate anche dai nuovi rapporti di forza che scaturiranno dalle urne il 27 maggio. Quindi per un eventuale aggiornamento del contratto di governo, 5 Stelle e Lega si serviranno ancora dei numeri venuti fuori dalle elezioni politiche del marzo 2018 o terranno conto delle prossime europee? Sicuramente un peso determinante lo avrà la prossima legge finanziaria e non ci saranno vie d’uscita e/o alibi.

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