Il ministro della Salute Roberto Speranza alla Camera durante comunicazioni sulle ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza da Covid-19, Roma 13 Gennaio 2021. ANSA/GIUSEPPE LAMI.

Covid, vertice per una nuova stretta. Galli: ‘Misure Dpcm insufficienti’

Per piegare le varianti del Covid-19, sempre più veloci e insidiose, un’altra stretta è all’orizzonte. È la dolorosa presa d’atto del governo, che sull’onda dell’allarme degli scienziati si prepara a una settimana di vertici e decisioni. Di ufficiale non c’è ancora nulla, ma il dilemma di cui si discute è l’opportunità di rafforzare ancora le misure di contenimento su scala nazionale, a pochi giorni dall’entrata in vigore (il 6 marzo) del nuovo Dpcm firmato da Mario Draghi. Tra Palazzo Chigi e il ministero della Salute la preoccupazione è sempre più alta per i 20.765 nuovi contagi, i 207 morti, il tasso di positività che sale al 7,6% e le terapie intensive che si vanno riempiendo. Ma poiché i dati del weekend presentano un calo fisiologico a causa del minor numero di tamponi, il governo aspetta i numeri più aggiornati che arriveranno tra domani e mercoledì.

Dopo il Dpcm di marzo, il vertice

Toccherà ai  ministri , Gelmini, Giorgetti, Patuanelli, Franceschini e Bonetti e al sottosegretario Garofoli fare il punto con gli esperti del Cts e con il commissario all’emergenza, Figliuolo. Obiettivo: procedere a un «attento monitoraggio della situazione» nazionale, per poi decidere se l’andamento della curva epidemiologica e l’accelerazione della campagna vaccinale, che Draghi ritiene «cruciale», richiedono o meno nuove misure di contenimento.

In Italia il dibattito sulla pandemia si sta spostando sull’ipotesi ormai probabile di un inasprimento delle misure previste dall’ultimo Dpcm. L’avanzata delle varianti sta infatti provocando un crescente aumento giornaliero di casi di Covid-19, aggravato anche da  un’impennata del tasso di positività che nel bollettino di  era del 7,6%.

Mentre si discute sull’anticipare il coprifuoco e imporre criteri più stringenti per le zone rosse, l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli è intervenuto ad “Agorà” su Rai 3 per dire la sua sulle misure attualmente in vigore. Per il medico i provvedimenti non sarebbero sufficienti a contrastare le varianti, e ha invocato un’ulteriore stretta e un ampliamento delle zone rosse.

“È successo quello che ci si poteva attendere e temere sull’arrivo anche da noi di questa ondata, considerando che quello che è stato messo in campo per fermare il tutto era e si è dimostrato ampiamente insufficiente“, ha detto Galli in collegamento.

“Anzi, brillantemente ci sono state delle aperture nel momento in cui era proprio il caso di non riaprire nulla – ha sottolineato Galli – ma questa è una vecchia storia. I casi che abbiamo visto tra oggi e ieri, valutando che sono stati fatti meno tamponi, sono casi sintomatici con ogni probabilità. Questo è un preannuncio della settimana che ci aspetta”.

Il timore di Galli è che le nuove varianti prendano di mira le categorie più fragili, attraverso il contagio da parte dei più giovani che vivono una maggiore socialità: “Quando si diffonde una variante come quella inglese che dimostra di avere un 30-40% in più di capacità infettante, coloro che la prendono per primi sono i giovani e i bambini che hanno più socialità”.

“Poi la vediamo fatalmente tra gli anziani ed è lì che inizia l’aumento della pressione su ospedali e rianimazioni”, che in alcune regioni sono già vicini al collasso.

Per invertire questa tendenza c’è un solo modo, per Galli: “Con vaccinazioni e interventi sul campo si potrà arginare la cosa in maniera molto più sostanziale. Lo strumento ci sarebbe, il punto è avere abbastanza vaccino per vaccinare tutti coloro che devono esserlo”.

Il mese di marzo potrebbe essere un mese ancora difficile per quanto riguarda le somministrazioni di vaccini, ma le cose dovrebbero cambiare a partire dal 1° aprile: per il secondo trimestre dell’anno, infatti, è prevista la consegna di 50 milioni di dosi, sufficienti a immunizzare almeno metà della popolazione italiana, come ha auspicato il ministro Speranza.

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